1 Agosto 2025
/ 28.07.2025

Ecco Arcadia, la nave che esplora il futuro

La nuova nave Ispra alla conquista dei mari profondi: è un laboratorio contro la crisi climatica. Dotata di un sistema che consente di abbattere il rumore per non disturbare la vita degli oceani, ha un ROV che può arrivare a 4 mila metri di profondità

Si chiama Arcadia e non è solo una nave: è la nuova punta di diamante della ricerca oceanografica italiana. Presentata il 15 luglio alla Camera dei deputati, nella Sala del Refettorio, questa nave dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) promette di rivoluzionare il modo in cui studiamo, monitoriamo e proteggiamo gli ecosistemi marini del Mediterraneo. Il varo è previsto per giugno 2026, ma la sua missione è già iniziata: Arcadia è infatti il cuore operativo del progetto MER (Marine Ecosystem Restoration), il più grande investimento del PNRR per l’ambiente marino, con un budget di 400 milioni di euro.

Tecnologia silenziosa per mari fragili

Arcadia è progettata per lunghe missioni oceaniche, ed è dotata di una propulsione ibrida diesel-elettrica che le consente di navigare in modalità full electric per quattro ore, riducendo drasticamente l’impatto acustico e ambientale. Un dettaglio non da poco, soprattutto quando si opera in aree marine protette dove il rumore può alterare i comportamenti degli organismi. Grazie alla certificazione Quiet/Silent – un unicum nel Mediterraneo – la nave potrà effettuare rilevamenti senza disturbare gli ecosistemi.

Ma il vero cuore tecnologico di Arcadia è nella sua strumentazione: una “gondola” integrata nella chiglia lunga circa nove metri ospita sensori acustici di ultima generazione, in grado di operare anche in condizioni marine estreme. A bordo ci saranno un ROV (Remotely Operated Vehicle) elettrico capace di spingersi fino a 4.000 metri di profondità, con telecamere 4K, sonar e laser 3D, e un AUV (Autonomous Underwater Vehicle) autonomo, con un’autonomia di 60 ore e profondità operative fino a 3.000 metri.

Una nave dei mille laboratori

La nuova ammiraglia della ricerca italiana non si ferma alla sola esplorazione. Arcadia sarà equipaggiata con due imbarcazioni ausiliarie per le missioni costiere: un catamarano elettrico dotato di veicolo di superficie senza equipaggio (ASV), ideale per acque interne e protette, e un’altra unità destinata alla mappatura geofisica. A bordo, laboratori “umidi” e “asciutti” permetteranno l’analisi in tempo reale di campioni biologici e ambientali: dal plancton alle microplastiche, dai sedimenti marini ai rifiuti sommersi, nulla sfuggirà all’occhio scientifico di Arcadia.

La nave potrà esplorare canyon sottomarini, montagne marine, relitti dimenticati e habitat mai indagati prima. Un salto di qualità che consentirà all’Italia di colmare un gap conoscitivo fondamentale e contribuire alla difesa concreta della biodiversità marina.

Strumento strategico per la transizione ecologica

Arcadia nasce per rispondere a una missione strategica: rendere più sostenibile e consapevole l’interazione dell’uomo con il mare. Sarà infatti fondamentale per il monitoraggio dei fondali marini in vista dell’installazione di cavi sottomarini, condotte, impianti offshore e linee elettriche sottomarine. Un ruolo chiave anche in relazione al crescente interesse per il solare galleggiante e l’eolico offshore, come ha ricordato la direttrice generale di Ispra Maria Siclari: “Questo momento di transizione energetica necessita di un costante monitoraggio, ad esempio dei cavi sottomarini. La nave Arcadia è frutto di un lavoro sinergico che consente al nostro Paese di competere nella sfida dei cambiamenti climatici che è sfida globale”.

Ma non si tratta solo di infrastrutture: Arcadia sarà anche una sentinella ambientale, incaricata di mappare habitat profondi, valutare la vulnerabilità degli ecosistemi, rilevare l’impatto dei cambiamenti climatici nelle profondità marine e contribuire a una governance più informata e lungimirante.

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