1 Agosto 2025
/ 30.07.2025

Eppur si muove, con il sì alla Palestina di Parigi e Londra l’Europa dà segni di vita

Mentre Ursula von der Leyen capitola, dall’Europa arrivano segnali di resistenza all’aggressione di Trump. Palestina, indipendenza energetica e innovazione green sono collegate dallo stesso filo: un modello europeo capace di attrarre consenso

L’Europa batte un colpo. Ed è un colpo importante. L’annuncio del premier della Gran Bretagna del riconoscimento della Palestina, subito dopo l’analoga mossa francese, è uno dei pochi segnali di speranza in tempi in cui il diritto internazionale appare cancellato e la brutalità premiata. Temevamo una distopia, rischiamo un amarcord, rischiamo di precipitare negli anni Trenta del secolo scorso.

Oggi sul Corriere della sera Andrea Nicastro racconta una singola storia che ne racchiude tante. Quella del villaggio palestinese di Um-al-khair protagonista del film, girato dagli stessi abitanti, No Other Land che ha vinto l’Oscar. La loro è una resistenza non violenta di fronte alle incursioni continue dei coloni israeliani che assaltano le case, uccidono il bestiame, distruggono i raccolti. Nicastro che racconta che appena aveva lasciato il villaggio “il colono che stava lavorando alla scavatrice che volevo filmare ha affrontato i palestinesi che contestavano l’invasione della loro terra. Lo si vede in diversi filmati diffusi sui social dagli attivisti. È in borghese, ha una pistola di grosso calibro nella mano destra, si avvicina minaccioso. Urla, alza l’arma e spara ad altezza d’uomo. Ricomincia a urlare, fa qualche passo a destra, e senza che nessuno gli si avvicini, spara ancora. Uno degli attivisti che compaiono nel film, Awdah Hathaleen, è colpito al petto e muore. Aveva appena lanciato un allarme sui social: ‘I coloni stanno scavando per tagliare la nostra acqua, aiutateci’”.

Quell’aiuto non è mai arrivato. E continua a non arrivare. In Cisgiordania, cioè nello Stato della Palestina riconosciuto da una larga maggioranza di Paesi, le milizie paramilitari israeliane continuano ad uccidere, garantite dall’impunità, i contadini disarmati e le loro famiglie. L’assassino di Awdah Hathaleen era noto per le sue violenze ed era stato sanzionato dalla Casa Bianca di Joe Biden, poi premiato dalla Casa Bianca di Donald Trump che ha revocato la sanzione.

Gli americani hanno scelto di votare un presidente che detesta le regole internazionali e si sta sistematicamente applicando per ridicolizzarle. Alle elezioni di mid term vedremo se si sono pentiti della loro scelta o no. Ma gli europei cosa scelgono? La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha scelto la capitolazione di fronte all’aggressione di Trump. Ha scelto di cedere sui dazi sperando nella pace. Ma l’escalation di conflitti è l’essenza stessa della presidenza Trump e solo la creazione di un blocco economico capace di contrastarlo può arginare la sua pressione destabilizzante.

Giocando a tutto campo, spingendo sull’innovazione e aderendo al fronte che difende il diritto internazionale, l’Europa potrebbe avere un ruolo di leadership nella battaglia in corso. Palestina, indipendenza energetica e innovazione green sono collegate dallo stesso filo: un modello europeo capace di attrarre consenso. Londra e Parigi si sono schierate. Roma tace.

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