Nei primi sette mesi del 2025, quasi 300.000 ettari di foreste europee sono andati in fumo, un’area più estesa del Lussemburgo. E non è un’eccezione. Dopo il mezzo milione di ettari bruciati nel 2023, anche quest’anno l’Europa è travolta da una stagione degli incendi tra le più intense mai registrate. A essere colpita è soprattutto la fascia mediterranea – responsabile da sola di oltre l’80% degli incendi europei – ma le fiamme hanno superato i confini storici: Germania, Regno Unito, Irlanda, Paesi Bassi e Belgio hanno vissuto una primavera eccezionalmente secca, con incendi su scala mai vista. In Germania e UK, entro maggio erano già andati distrutti quasi 30.000 ettari.
Clima e incendi: un legame sempre più stretto
La connessione tra crisi climatica e incendi è ormai evidente. Gli studi del CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) la evidenziano: entro il 2030 gli incendi potrebbero aumentare del 14%, per arrivare a +30% entro il 2050 e +50% entro la fine del secolo. Le ondate di calore – in particolare quelle brevi ma molto intense – risultano essere il motore principale dei megaincendi in aree come Grecia, Spagna, Portogallo, Francia e Italia. E in effetti basta guardare a quanto sta accadendo in Grecia in queste settimane: il caldo estremo sta alimentando roghi fuori controllo, una dinamica già osservata con crescente frequenza.
“La gestione antincendio basata solo sull’estinzione non regge più”, avverte Valentina Bacciu, ricercatrice del CMCC e del CNR. Se negli anni passati il sistema funzionava per incendi di bassa o media intensità, oggi, di fronte a eventi estremi, le squadre antincendio si trovano sopraffatte. Occorre una svolta verso la prevenzione e la preparazione: meno sirene, più piani a lungo termine. Ed è proprio questo il cuore delle attività del CMCC, che punta su un approccio integrato: tecnologie avanzate, coinvolgimento delle comunità locali, governance più solida.
Valutare per prevenire: il modello europeo
Per aiutare i Paesi a capire quanto siano pronti ad affrontare gli incendi, il CMCC ha messo a punto il Wildfire Peer Review Assessment Framework (Wildfire PRAF), un sistema di revisione tra pari che valuta governance, strategie di prevenzione, gestione del rischio. Il programma è già stato applicato in Grecia, Italia e in Brandeburgo (Germania), portando alla luce criticità come la presenza di ordigni inesplosi nelle foreste tedesche o la mancanza di strategie unificate. Ne sono nate raccomandazioni concrete: pianificazione forestale più attenta, coordinamento tra istituzioni, rafforzamento dei centri di competenza.
Tra droni, sensori e reti wireless, la prevenzione diventa sempre più smart. I ricercatori CMCC sviluppano sistemi di allerta precoce basati su intelligenza artificiale, dati satellitari e modelli predittivi. Gli algoritmi analizzano il passato climatico per prevedere dove e quando colpiranno i prossimi incendi. In Puglia e in Epiro, ad esempio, supercomputer e gemelli digitali stanno già supportando strategie di prevenzione su scala locale. E strumenti come le mappe di pericolo d’incendio, testate in Portogallo nel 2024, hanno dimostrato di saper anticipare gli eventi con giorni d’anticipo.
Soluzioni dalla natura e dalle comunità
Non è solo una questione di satelliti: anche le soluzioni basate sulla natura hanno un ruolo cruciale. Sistemi agro-silvo-pastorali gestiti in modo sostenibile possono ridurre il rischio, migliorando la resilienza dei territori. E le comunità locali diventano protagoniste: condivisione di conoscenze, adattamento alle specificità culturali, costruzione di reti tra cittadini, enti pubblici e mondo della ricerca. Per convivere con il fuoco, bisogna conoscerlo, prevenirlo e prepararsi insieme a fronteggiarlo.
Serve anche un cambio di passo finanziario. Il CMCC lavora con assicurazioni e stakeholder locali per sviluppare prodotti assicurativi innovativi che premiano chi investe in adattamento e gestione del rischio. Polizze che integrano azioni preventive e riducono sia i danni che i costi per gli assicurati. Un modo concreto per trasformare l’adattamento climatico in valore economico.
Gli incendi non distruggono solo foreste, ma rilasciano enormi quantità di gas serra. Bruciare biomassa significa accelerare il rilascio di carbonio nell’atmosfera, minando il ruolo dei boschi come pozzi di assorbimento. Grazie a dati open source, immagini Copernicus e modelli di superficie terrestre, il CMCC monitora le emissioni di CO₂, metano e particolato, per offrire ai decisori strumenti più precisi e aggiornati. Una contabilità del carbonio essenziale per valutare quanto perdiamo ogni volta che un ecosistema va in fumo.