Dal primo al 10 settembre la Commissione europea lancia una consultazione pubblica sulla legislazione ambientale. O per meglio dire sulla proposta di “semplificazione” promossa dalle destre. Semplificazione suona bene, ma rischia di essere una scusa per smantellare colonne portanti del diritto ambientale come le direttive su natura, habitat e fauna, tanto faticosamente conquistate in decenni di lotte scientifiche, civili e culturali.
Dietro le pressioni per alleggerire le regole ci sono il Partito Popolare Europeo, gruppi sovranisti e lobby industriali (che, guarda caso, vorrebbero operare con meno vincoli). Ma senza norme di tutela rischiamo il collasso ecologico.
Qualche esempio
- Caccia liberalizzata: alcune proposte vogliono ridurre i paletti per la caccia, con deroga su specie migratrici già a rischio. Il risultato sarebbe un pesante calo demografico per i migratori che sono stati dichiarati patrimonio comune dei popoli europei.
- Regole sui pesticidi ridotte: si fa leva sulla produttività agricola per provare a forzare il ciclo agricolo, nonostante i decenni di disastri ambientali che questa pratica ha prodotto. E la moria di impollinatori (api e bombi) che l’overdose chinica ha causato.
- Natura 2000 sotto attacco: si parla di ridurre zone protette che includono habitat e specie minacciate, un passo indietro sulla conservazione di flora e fauna essenziali.
Natura in sofferenza
La biodiversità europea si trova infatti in una condizione critica. Il Living Planet Report 2024 del WWF ha registrato tra il 1970 e il 2020 un calo medio delle popolazioni di vertebrati in Europa e Asia centrale che arriva al 35%. In tutto il continente solo il 23% delle specie e appena il 16% degli habitat possono dirsi in buone condizioni, mentre l’Agenzia europea dell’ambiente conferma che la maggior parte degli ecosistemi protetti si trova in uno stato di conservazione “scarso”.
Anche in Italia i numeri sono impietosi: meno del 10% degli habitat è in condizioni soddisfacenti, quasi la metà è in cattive condizioni e circa un quarto della flora vascolare valutata risulta a rischio. Un paradosso se si pensa che il nostro Paese vanta una delle biodiversità più ricche d’Europa, con più di 1.700 specie endemiche. Eppure proprio questo patrimonio, che dovrebbe essere il nostro vanto, si sta sgretolando sotto la spinta dei cambiamenti d’uso del suolo, dell’agricoltura intensiva, dell’urbanizzazione e delle pressioni dirette sugli ecosistemi.
Difendere le regole
Difendere le regole ambientali esistenti significa preservare quel minimo indispensabile che tiene insieme un continente che altrimenti rischierebbe di perdere gli ultimi angoli di natura. Per questo la Coalizione #HandsOffNature – Giù le mani dalla natura, che riunisce BirdLife, EEB, ClientEarth e WWF Europa, invita cittadini, associazioni e imprese a partecipare alla consultazione europea entro il 10 settembre: dieci giorni per proteggere decenni di tutela. Partecipare è semplice e urgente: basta collegarsi al link https://go.lipu.it/dirhandsoffnature010925. In un momento in cui la biodiversità è in caduta libera, ogni deroga e ogni taglio rischiano di svuotare il sistema di protezione costruito con fatica. Ma questa volta possiamo dire la nostra e fare la differenza.