L’estate 2025 passerà alla storia come una delle più calde mai registrate. Dal Tagikistan all’Asia-Pacifico, fino alla Penisola Iberica, il sole ha picchiato con una forza inedita, mentre in Europa agosto si è piazzato al terzo posto tra i più roventi mai misurati. Non sono solo numeri: sono mesi in cui i fiumi si abbassano, i raccolti rischiano di andare perduti, le città soffocano senza un attimo di respiro.
In Tagikistan, la popolazione ha affrontato quattro mesi consecutivi di caldo record, con temperature che hanno superato di 4 gradi la media storica. I campi di grano e i bacini idrici soffrono, e ogni piccolo guasto nelle forniture d’acqua può diventare un’emergenza. Più a est, tra Corea e Cina, le coste del Mar Giallo hanno registrato ondate di caldo così intense da far parlare di “estate infinita”: Tokyo, ad esempio, ha vissuto dieci giorni consecutivi sopra i 35 °C, un fenomeno mai osservato dal 1875.
Anche in Europa il caldo si è fatto sentire. La Spagna e il Portogallo hanno bruciato sotto ondate di calore che hanno alimentato incendi devastanti, mentre in Francia e in Italia le temperature hanno superato di oltre 3 gradi la media stagionale. Nei Balcani e in Svizzera le estati roventi hanno reso le montagne quasi irriconoscibili, e persino il Regno Unito ha visto la sua estate più calda. Ovunque, l’acqua scarseggia, gli incendi aumentano e la vita quotidiana viene messa alla prova.
E poi ci sono i ghiacciai, custodi silenziosi delle nostre montagne, che parlano attraverso il loro arretrare. Negli ultimi 60 anni, sulle Alpi italiane è scomparsa un’area glaciale pari a più di 170 km²: è come se un intero lago fosse evaporato sotto i nostri occhi. La Carovana dei Ghiacciai, progetto di Legambiente, Fondazione Glaciologica Italiana e Cipra Italia, ha visitato otto ghiacciai tra Italia, Svizzera e Germania, raccontando storie di neve che si ritira, di crepacci che si allargano e di superfici che diventano sempre più nere per il deposito di detriti e polveri. Solo pochi resistono: il ghiacciaio Höllentalferner in Germania e il Montasio in Friuli stanno tenendo testa al caldo, ma con fatica.
I ghiacciai non sono solo montagne di ghiaccio: sono fonti d’acqua, barometri climatici, scrigni di biodiversità. E oggi il loro stato di salute racconta una verità semplice e drammatica: il permafrost si sta sciogliendo, le piante si adattano a stenti, le specie animali cercano nuovi habitat, mentre i ghiacciai arretrano e perdono spessore ogni anno.
“Dati ed evidenze come queste ci ricordano che non possiamo più rimandare”, afferma Giorgio Zampetti, direttore di Legambiente. Serve un impegno concreto: energie rinnovabili, riduzione delle emissioni, piani di adattamento locali e nazionali. “E serve anche sensibilizzare le persone che salgono in montagna — aggiunge Vanda Bonardo, presidente di Cipra Italia — perché ogni passo lasciato senza cura, ogni rifiuto abbandonato, può avere un impatto enorme su ecosistemi già fragili”. Sul ghiacciaio del Ventina, durante un’attività di pulizia, i volontari hanno trovato plastica, mozziconi, fazzoletti, persino un catetere e calzini: dettagli che raccontano la nostra impronta (maleducata) sulle montagne.
Le ondate di calore, gli incendi, la siccità e i ghiacciai che arretrano sono parole scritte sul mondo che abitiamo. E il clima è un racconto che parla a chi sa ascoltare.