10 Settembre 2025
/ 9.09.2025

Crescere tra ansia climatica, povertà e disuguaglianze: il mondo dei giovani secondo l’Unicef

Quasi la metà dei bambini e adolescenti nel mondo è esposta a shock climatici e ambientali, con il 90% delle malattie legate all’inquinamento che colpisce i più piccoli. In Italia, il 68% dei giovani teme i cambiamenti climatici. Il Monitoraggio 2025 di Unicef evidenzia povertà minorile in aumento, disuguaglianze educative, barriere per gli alunni con disabilità, calo dei minorenni stranieri non accompagnati accolti e fragilità nella salute mentale giovanile

Immaginate di avere 15 anni e svegliarvi ogni giorno sapendo che il futuro del pianeta è in bilico. Per molti adolescenti italiani è una realtà concreta: secondo l’ultimo Monitoraggio 2025 dell’Unicef, quasi sette su dieci giovani tra i 14 e i 19 anni si dichiarano preoccupati per i cambiamenti climatici. L’ansia per il clima non è un fenomeno astratto, è la paura di un mondo che cambia troppo in fretta, con incendi, alluvioni e inquinamento che fanno da colonna sonora a un’infanzia e un’adolescenza già complicate.

Ma il clima è solo uno dei tanti ostacoli. Nel nostro Paese, la povertà minorile cresce: nel 2023 erano 1,3 milioni i bambini che vivevano in condizioni di povertà assoluta, con famiglie che faticano a garantire cibo, riscaldamento e istruzione. La scuola, che dovrebbe essere il luogo della crescita e della speranza, spesso non è accessibile a tutti: appena il 41% degli edifici scolastici è privo di barriere per gli alunni con disabilità. E per chi ha bisogno di servizi educativi prima della scuola primaria, le opportunità sono ancora troppo poche, soprattutto al Sud. Campania, Sicilia e Calabria offrono meno di un posto ogni dieci bambini, mentre al Centro-Nord i servizi raggiungono già i livelli minimi stabiliti dall’Unione Europea.

C’è poi chi arriva da lontano, senza genitori o familiari: i minorenni stranieri non accompagnati accolti nel sistema italiano sono diminuiti negli ultimi anni, e con loro è diminuita anche la continuità dell’accoglienza. Per molti ragazzi, inoltre, lo scenario appare incerto: in Italia oltre il 15% dei giovani tra i 15 e i 29 anni non studia, non lavora e non segue percorsi formativi.

E poi c’è la mente dei ragazzi, spesso invisibile ma fragile. La salute mentale giovanile resta sotto pressione: la precarietà, l’isolamento e il disagio sociale si mescolano all’ansia per il futuro del pianeta. Per un giovane di 17 anni, l’angoscia climatica può diventare un compagno costante, che accompagna la vita scolastica, le amicizie e i sogni per il domani.

L’Unicef lancia un messaggio chiaro: i numeri non possono restare solo dati. Serve un impegno concreto. Il VI Piano Nazionale Infanzia prevede azioni in tre aree – genitorialità, educazione e salute – ma devono essere attuate con attenzione e valutate per capire davvero quale impatto hanno sui bambini e sugli adolescenti.

Crescere oggi significa affrontare un mondo complesso, fatto di sfide ambientali, economiche e sociali.

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