12 Settembre 2025
/ 12.09.2025

Se la von der Leyen usa l’ambiente come un anabolizzante

Per superare il momento di massima difficoltà la presidente della Commissione sventola l’auto elettrica europea e la necessità di sbarazzarsi dei combustibili fossili. Ma nel day by day tende a dimenticare le promesse

Ursula von der Leyen usa l’ambiente come un energizzante. Quando l’Unione è in difficoltà e vuole rilanciarsi, mette in mostra i punti di forza. E la transizione ecologica, che è assieme tutela della salute e possibilità di rilancio economico, è uno dei suoi punti di forza. Anche perché parla a bisogni diversi: aumento del benessere, rilancio dell’innovazione, mission industriale.

“È ora di sbarazzarsi dei combustibili fossili russi inquinanti. E sappiamo cosa fa scendere i prezzi: l’energia pulita prodotta localmente”. “Credo che l’Europa debba avere la propria auto elettrica. Per l’ambiente: pulita, efficiente e leggera. Economica: accessibile a tutti. E europea: costruita qui in Europa, con catene di approvvigionamento europee”. “Manteniamo la rotta su obiettivi climatici e ambientali”. “Siamo saldamente sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo del 2030 di ridurre le emissioni di almeno il 55%”. Sono alcuni dei passaggi del discorso della presidente della Commissione Europea sullo stato dell’Unione.

E in effetti se si guarda ai fondamentali dell’economia europea e dei suoi interessi strategici, l’attenzione all’ambiente emerge come rotta obbligata. Sganciarsi rapidamente dal carbone e progressivamente dal gas era stata indicata come via di sviluppo ben prima della guerra in Ucraina. E quando la chiusura del rubinetto del gas russo è diventato un obiettivo politico, dal fronte ambientale era stato ricordato che sostituire uno spacciatore con un altro non cambia il problema della dipendenza. Tra l’altro c’è la curiosa coincidenza che la gran parte dei Paesi che vivono vendendo combustibili fossili non sono un esempio di democrazie funzionanti.

Ma la resistenza opposta dalle lobby fossili ha reso molto lento lo sganciamento dai fossili. E ne paghiamo il prezzo. Il costo delle bollette è il riflesso di un sistema energetico che si basa (e fa il suo prezzo) in funzione dei combustibili fossili. Mentre il sistema combinato fonti rinnovabili non programmabili – fonti rinnovabili programmabili – storage – efficienza energetica – smart grid è universalmente considerato la risposta energetica migliore dal punto di vista dei prezzi e della sicurezza.

Se il piglio decisionale a favore delle rinnovabili sbandierato ora a Strasburgo fosse stato adottato con continuità negli ultimi anni, oggi le imprese europee (e italiane in particolare) avrebbero bilanci meno appesantiti dal costo dell’energia e dunque sarebbero più competitive. Così come ci sarebbero meno famiglie in povertà energetica.

Puntare sull’ambiente inoltre vuol dire puntare sull’economia circolare. E cioè trovare all’interno delle frontiere europee, nei beni dismessi, una parte delle materie critiche necessarie alla produzione invece di importarle a caro prezzo.

Il meccanismo virtuoso della transizione ecologica è stato però sabotato da un’offensiva violenta delle destre estreme che fa perno su due elementi. Il primo sono le bugie climatiche e ambientali ripetute all’infinito via web. Il secondo è la resistenza a pensare una transizione ecologica solidale. Cioè capace di spostare una parte delle ingenti risorse oggi destinate ad attività ad alto impatto ambientale non solo verso la produzione green, ma anche verso un’organizzazione sociale in cui le fasce più deboli che devono adeguarsi ai nuovi standard vengono protette.

Chiudere questa separazione tra aspetti ambientali e aspetti sociali per l’Europa è una priorità politica evidente. Ma non sembra al centro dei pensieri della von der Leyen che tende a usare l’ambiente come un anabolizzante per superare le salite difficili, invece che come parte essenziale di una dieta equilibrata. E quotidiana.

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