23 Settembre 2025
/ 23.09.2025

Nella corsa elettrica sole e vento stanno per doppiare l’atomo

The World Nuclear Industry Status Report 2025: nel 2024, gli impianti eolici e solari hanno generato oltre il 70% di elettricità in più rispetto alle centrali nucleari

La rinascita nucleare è al momento più un sussulto che un trend generalizzato ed è più nei desiderata di una parte del mondo politico ed economico – molti industriali; Stati che hanno un forte nucleare militare e che sono non democratici come Cina e Russia; nazioni storicamente nucleariste come la Francia; partiti di destra o industrialisti o semplicemente ideologicamente antiambientalisti – che nella realtà. A mostrarlo con chiarezza   The World Nuclear Industry Status Report 2025, presentato a Roma allo Spazio Europa in un’iniziativa organizzata da Kyoto Club, Fondazione Heinrich-Böll, Fondazione Friedrich-Ebert, Ufficio Federale Tedesco per la sicurezza della gestione delle scorie nucleari (BASE), Mycle Schneider Consulting e Coordinamento FREE.

La “ripresina” del nucleare è limitata ad alcuni Paesi ed è nulla rispetto a quella delle rinnovabili. Per due decenni, gli investimenti globali nella produzione di energia rinnovabile hanno superato quelli nell’energia nucleare, che sono rimasti pressoché invariati nell’ultimo decennio, e ora sono 21 volte superiori. Nel 2024, il solare fotovoltaico ha registrato la crescita più forte, pari al 22% rispetto al 2023. Secondo l’Energy Institute, la capacità solare ed eolica è cresciuta rispettivamente di 452 e 113 GW.

Il sorpasso nel 2021

Nel 2021, la produzione combinata degli impianti solari ed eolici ha superato per la prima volta quella nucleare. Nel 2024, gli impianti eolici e solari hanno generato oltre il 70% di elettricità in più rispetto alle centrali nucleari. L’evoluzione del sistema di approvvigionamento elettrico globale dal 2000 mostra che la quota del carbone ha raggiunto il picco nel 2007 con il 41% ed è scesa al 34% nel 2024, mentre la quota delle energie rinnovabili (compresa l’idroelettrica) è aumentata dal 19,4% al 31,6% tra il 2010 e il 2024. Nello stesso periodo, il contributo del nucleare è sceso da quasi il 13% al 9%.

A metà del 2025, spiega il rapporto WNISR 2025, 31 Paesi nel mondo gestivano centrali nucleari, uno in meno rispetto a un anno prima, poiché Taiwan aveva chiuso il suo ultimo reattore nel maggio 2025. In totale, 408 reattori erano operativi in tutto il mondo, escludendo le interruzioni a lungo termine (Long-Term Outages- LTO), un numero identico a quello di un anno fa e 30 in meno rispetto al picco del 2002. I progetti di ostruzione di nuovi reattori si registrano in 11 Paesi, 2 in meno rispetto a metà del 2024, 5 in meno rispetto a metà del 2023: ospitano 63 progetti, 5 in più rispetto a metà del 2024 ma uno in meno al di fuori della Cina. Di questi, 22-26 sono in ritardo, inclusi 14 che segnalano un aumento dei tempi di costruzione.

Il ruolo di Cina e Russia

La Cina ha il maggior numero di reattori in costruzione (32), ma solo uno all’estero. La Russia domina il mercato internazionale con 27 unità in costruzione, 20 delle quali in altri 7 Paesi. Le società controllate dai governi cinese e russo hanno implementato 44 dei 45 inizi di costruzione di reattori a livello globale da gennaio 2020 a metà 2025.

“Il 95% di tutti i progetti di costruzione in corso (60 su 63) viene realizzato in Stati dotati di armi nucleari o da società controllate da Stati dotati di armi nucleari in altri Paesi”. Certo, si registra un nuovo record di produzione globale, ma anche un “calo significativo al di fuori della Cina rispetto al record precedente”.

La produzione globale di energia nucleare è aumentata del 2,9%, dopo un calo del 4,4% nel 2022 e un aumento del 2,2% nel 2023, raggiungendo un nuovo record di 2.677 TW, solo 14 TW (la produzione annua nominale di un grande reattore) in più rispetto al precedente record di 18 anni. Al di fuori della Cina, la produzione nucleare nel 2024 è però rimasta 363 TWh al di sotto del livello del 2006, con un calo di quasi il 14%.  Alla fine del 2024, la capacità operativa netta totale elettrica della flotta mondiale di reattori ha raggiunto il record di 369,4 GigaWatt, prima di scendere di nuovo leggermente entro la metà del 2025, a 368,7 GW, solo 1,6 GW – l’equivalente di un grande reattore – in più rispetto al precedente record di fine anno del 2006.

Il nucleare è a quota 9%

La quota dell’energia nucleare nella produzione lorda di elettricità commerciale globale è diminuita leggermente (0,13 punti percentuali) raggiungendo il 9% nel 2024, oltre il 45% in meno rispetto al picco del 17,5% del 1996. Tra il 2005 e il 2024, si sono registrate 104 startup e 101 chiusure. Di queste, 51 startup e nessuna chiusura si sono verificate in Cina. Pertanto, “al di fuori della Cina, si è registrato un calo netto di 48 unità nello stesso periodo”. Dei 218 reattori chiusi, solo 23 sono stati completamente disattivati e 9 sono stati liberati dal controllo normativo come siti greenfield.

Gli Small Modular Reactor

Sul fronte degli Small modular reactor- SMR, visto come “la soluzione” per il ritorno del nucleare in Italia, “finora, esiste solo una Certificazione di Progettazione e una Standard Design Approval (entrambe NuScale, USA), ma nessuna costruzione in Occidente”, mentre “due delle più grandi startup nucleari europee, Newcleo (in carenza di liquidità) e Naarea (insolvente), versano in gravi difficoltà finanziarie”.

La prima volta che il WNISR pubblicò un capitolo dedicato agli SMR, si leggeva: “Una reazione al declino dell’energia nucleare dell’industria nucleare e dei suoi sostenitori è stata quella di sostenere quelli che definisce ‘reattori avanzati’. (…) Nell’ultimo decennio, l’attenzione prevalente di questo sforzo si è concentrata sui cosiddetti reattori modulari di piccole dimensioni (SMR)”. Questo accadeva nel 2015, dieci anni fa. La conclusione era: per decenni, i reattori modulari di piccole dimensioni sono stati presentati come una grande promessa per l’espansione dell’energia nucleare in vari nuovi mercati. Oggi le conclusioni sono sorprendentemente simili. Un aspetto significativo è che “diversi governi stanno ora investendo ingenti somme di denaro per gli SMR, e organizzazioni internazionali e istituzioni finanziarie stanno iniziando a rendere disponibili finanziamenti”.

Alcune startup stanno anche raccogliendo somme crescenti di denaro privato, anche se generalmente si limitano a integrare generosi finanziamenti pubblici. L’Agenzia per l’Energia nucleare dell’OCSE (NEA) ha stimato che il finanziamento totale pubblico/privato disponibile a livello mondiale per gli SMR sia pari a 15,4 miliardi di dollari. La NEA ha incluso 74 progetti di SMR nel suo dashboard SMR su un totale di 127 che ha conteggiato, “il che significa che l’importo sarebbe scarsamente distribuito, a meno che un gran numero di progetti non venga abbandonato”. Solo un’azienda, NuScale, ha già investito circa 2 miliardi di dollari “e non ha ancora avviato alcuna costruzione”.

La rapida espansione delle rinnovabili

Il 2024 ha visto “un’impennata senza precedenti nell’espansione della capacità di energia solare e delle batterie, trainata da un continuo significativo calo dei costi”. Con la rapida evoluzione dei mercati energetici, “non vi sono segnali di una vigorosa costruzione di centrali nucleari e il lento declino del ruolo dell’energia nucleare nella produzione di elettricità continua”. Nel 2024 sul fronte delle rinnovabili “l’accumulo ha superato un punto di innesco, si notano i primi segnali di una rivoluzione dietro il contatore e i Paesi a basso reddito stanno iniziando a fare un balzo in avanti”.

Nel 2024, l’investimento totale in capacità elettrica rinnovabile non idroelettrica “ha raggiunto la cifra record di 728 miliardi di dollari, 21 volte l’investimento globale registrato nell’energia nucleare”. Le capacità di energia solare ed eolica sono cresciute rispettivamente del 32% e dell’11%, con un conseguente aumento di 565 GigaWatt di nuova capacità combinata, oltre 100 volte i 5,4 GW di capacità nucleare netta aggiuntiva.

In Cina la produzione di energia solare è aumentata del 44% rispetto alla crescita del 3,7% del nucleare. Solare ed eolico combinati hanno prodotto oltre quattro volte l’energia dei reattori nucleari. Le energie rinnovabili incluso l’idroelettrico hanno generato il 33,7% dell’energia, mentre il carbone è sceso al 57,8%. Negli Stati Uniti entro la fine del 2024, il solo Texas aveva una capacità installata di quasi 10 GW di batterie collegate alla rete, che dovrebbe raddoppiare nel 2025, raggiungendo i 20 GW. Il Texas ha anche costruito circa 40 GW di energia solare ed eolica ciascuno, dismettendo gli impianti a combustibili fossili. 

Irrilevante

Mycle Schneider, coordinatore e curatore del rapporto, ha sottolineato come “esiste un preoccupante e crescente divario tra la percezione pubblica e la realtà industriale, quando si parla di energia nucleare Mentre in molti Paesi vengono fatte dichiarazioni politiche e stanziati ingenti fondi pubblici, il numero di Stati che operano e costruiscono centrali nucleari è in realtà in diminuzione. L’energia nucleare è diventata irrilevante nel mercato globale delle tecnologie di generazione elettrica, ormai dominato da solare ed eolico, sempre più integrati dai sistemi di accumulo”.

 Il rapporto WNISR 2025 mette “ancora una volta in evidenza il divario tra la forte accelerazione delle rinnovabili, cresciute di 858 TeraWattora a livello mondiale nel 2024, e l’andamento incerto del nucleare, che si è fermato a un aumento di 69 TWh”, spiega Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, “nel giugno 2025 la produzione di elettricità solare ha superato quella nucleare di un quinto”. In sintesi, “le prospettive indicano una rapida crescita delle rinnovabili e dei sistemi di accumulo, mentre il nucleare è alla ricerca di nuove soluzioni ma destinato a giocare un ruolo limitato fino al 2050”,

Non dobbiamo dipendere da altri

Ma il governo italiano rimane convinto della necessità di un ritorno al nucleare. “Per quanto ci riguarda – ha detto il ministro dell’Industria Adolfo Urso –  abbiamo ripreso la strada che ci porterà a produrre energia nucleare nel nostro Paese accanto all’energia rinnovabile. Tanta più energia rinnovabile, solare, eolico, fotovoltaico, e idroelettrico, accanto alla produzione di energia nucleare di nuova generazione”. Quest’ultima, ha aggiunto, è anche “l’unica fonte che può darci un costo basso e stabile nel tempo e soprattutto a garantire l’autonomia strategica nazionale ed europea nel campo dell’energia: non possiamo, non dobbiamo più dipendere da altri”.

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