28 Settembre 2025
/ 25.09.2025

Il clima mette l’economia in ginocchio

Pil globale a rischio collasso: un nuovo studio dell'Università di Cambridge avverte che il cambiamento climatico incontrollato potrebbe ridurre il Prodotto interno lordo globale pro capite del 24% entro il 2100

Un nuovo allarme stavolta diretto al portafoglio di tutti noi. Se non agiamo subito contro il cambiamento climatico, l’economia globale rischia una contrazione senza precedenti. Un recente studio dell’Università di Cambridge, pubblicato sulla rivista Plos Climate, dipinge un quadro allarmante: il Pil globale pro capite potrebbe crollare del 24% entro il 2100.

Gli scienziati del climaTraces Lab di Cambridge hanno analizzato l’impatto di un aumento costante delle temperature (dal 2015 al 2100) sulle perdite economiche in ben 174 Paesi. I dati usati sono le proiezioni elaborate dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc), confrontate con scenari di riferimento per capire quanto l’inazione possa costarci.

I risultati rivelano che in uno scenario di emissioni estreme, le perdite di reddito pro capite potrebbero raggiungere il 20-24%. E non si tratta solo di un problema per il futuro: la tendenza è già in atto e i suoi effetti sono già tangibili. Lo studio mostra inoltre come i Paesi più caldi e a basso reddito saranno le prime vittime, con perdite economiche che potrebbero superare del 30-60% la media globale.

Nessuno è immune

Se finora si pensava che il riscaldamento globale potesse colpire solo settori come l’agricoltura, lo studio di Cambridge mostra una realtà ben diversa. La crisi climatica avrà un impatto su trasporti, manifattura e commercio al dettaglio. Insomma, interi settori della nostra economia sono a rischio.

“Abbiamo dimostrato che il cambiamento climatico riduce il reddito in tutti i Paesi, caldi e freddi, ricchi e poveri allo stesso modo”, scrivono gli autori. La loro conclusione è un monito chiaro: “Nessun Paese è immune agli effetti del cambiamento climatico se non si riducono le emissioni di gas serra”.

Il paradosso della speranza

Eppure, un barlume di speranza c’è. Lo studio conferma che il rispetto degli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi potrebbe generare un beneficio globale dello 0,25%. Sembra poco, ma è un segnale che ogni azione conta e che la cooperazione internazionale è l’unica via d’uscita. La situazione è critica e l’appello finale dei ricercatori è molto chiaro: “È necessario un intervento urgente per affrontare il cambiamento climatico e proteggere le economie da ulteriori perdite di reddito”.

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