14 Ottobre 2025
/ 29.09.2025

Quando l’impresa mette l’etica al primo posto

Il modello della Steward Ownership, che lega il destino delle imprese a valori condivisi, al centro dell’Agrifestival di Jesolo per i 40 anni di NaturaSì

A Jesolo, tra laboratori, spettacoli e degustazioni, l’Agrifestival per i 40 anni di NaturaSì ha messo al centro il raccordo tra etica e impresa: la Steward Ownership, che potremmo definire “proprietà responsabile”, lega il destino delle imprese a valori condivisi invece che a interessi speculativi.

Secondo le analisi di Purpose, realtà internazionale che accompagna le aziende in questo percorso, oggi almeno 200 grandi imprese nel mondo, dalla Germania ai Paesi scandinavi, hanno adottato il modello della Steward Ownership con benefici documentati: maggiore resilienza alle crisi, stabilità dei profitti, salari più equi e un passaggio generazionale protetto.

Jesolo, vetrina italiana di un modello nuovo

È in questo contesto che l’Agrifestival di NaturaSì ha offerto al pubblico non solo la festa del biologico con i suoi 5 mila visitatori e gli 80 espositori, ma il racconto concreto di come funziona la Steward Ownership. NaturaSì non appartiene a un imprenditore o a una famiglia, né è una cooperativa tradizionale: la maggioranza delle azioni appartiene a una fondazione che decide come reinvestire gli utili tutelando missione e valori: la Libera Fondazione Antroposofica Rudolf Steiner sostiene scuole e aziende agricole biodinamiche, come la San Michele di Cortellazzo, azienda modello che sperimenta fertilità del suolo, biodiversità e benessere animale mettendo i risultati a disposizione dell’intera rete agricola collegata a NaturaSì.

“Abbiamo adottato un modello di Stewart Ownership sin dalle origini, anche se non ne eravamo consapevoli. Solo dopo lo abbiamo chiamato con il suo nome. Quando abbiamo fondato l’azienda volevamo che la proprietà non fosse privata, in capo a singoli individui, ma di un ente no profit a tutela di valori come il cibo sano, l’agricoltura biologica e biodinamica, il rispetto dell’ambiente, degli agricoltori e dei consumatori. I soci e il consiglio di amministrazione sono al servizio di questo scopo”, spiega Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì.

NaturaSì non è sola. Un’altra realtà italiana che ha intrapreso la stessa strada è Almo Nature, con la Fondazione Capellino. Lo ha spiegato Piergiovanni Capellino: “In azienda a un certo punto abbiamo capito che come umani dovevamo fare un passo indietro: dovevamo mettere l’azienda in mano a uno scopo. La Fondazione possiede tutto, e i ricavi vengono impiegati per quello che chiamiamo Reintegration Economy: restituire alla biodiversità il profitto generato dal lavoro. Destinando milioni a progetti come la creazione di corridoi ecologici tra lo Yukon e il Parco di Yellowstone, la rinaturalizzazione di un affluente del Danubio”.

Biologico in crescita

Il messaggio di Jesolo si intreccia con i numeri in forte crescita del settore bio. NaturaSì è oggi un gruppo da 330 punti vendita, 300 aziende agricole collegate e 1.200 collaboratori. Nella prima metà del 2025 fatturato e clientela sono cresciuti rispettivamente del 7,6% e del 6%, mentre la fidelizzazione ha raggiunto quota 69%.

Anche il quadro nazionale conferma il trend: le superfici agricole biologiche hanno superato i 2,5 milioni di ettari, oltre il 20% della SAU italiana, una delle percentuali più alte d’Europa. Gli operatori hanno toccato quota 97.170 (+2,9% rispetto al 2023), con oltre 87.000 aziende agricole bio.

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