24 Ottobre 2025
/ 30.09.2025

Il 55% della rete elettrica europea a rischio blackout 

Un rapporto del think tank Ember, pubblicato a Bruxelles, lancia l’allarme. La Commissione stima necessari investimenti per oltre 1.200 miliardi di euro entro il 2040 per adeguare la rete

La sicurezza energetica europea si trova a un bivio cruciale. Lo dimostra il recente blackout che ha colpito la penisola iberica e gli attacchi informatici che la Russia spesso lancia contro le infrastrutture elettriche del Continente. Un nuovo rapporto del think tank Ember, pubblicato a Bruxelles, lancia l’allarme: più della metà del sistema (55%) presenta vulnerabilità significative dovute a opzioni limitate per l’importazione di energia, esponendo vaste aree d’Europa al rischio di interruzioni di corrente. Particolarmente vulnerabili risultano essere Spagna, Irlanda e Finlandia, dove l’isolamento geografico si combina con una scarsa infrastruttura di collegamenti transfrontalieri. E il rischio è tutt’altro che teorico, come dimostra il blackout che ha colpito Spagna e Portogallo lo scorso 28 aprile, causato proprio da un guasto all’interconnessione con la Francia.

Ma non è solo una questione di efficienza tecnica. Il piano presentato dalla Commissione europea per rafforzare le interconnessioni transfrontaliere lo dimostra. “Abbiamo individuato otto colli di bottiglia critici nella nostra infrastruttura energetica, dallo stretto di Øresund al canale di Sicilia”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen agli eurodeputati durante il suo recente discorso annuale sullo stato dell’Unione a Strasburgo. La Commissione stima necessari investimenti per oltre 1.200 miliardi di euro entro il 2040 per adeguare la rete (sia di trasmissione che di distribuzione) alle sfide future.

Gli ultimi cinque anni

Gli ultimi cinque anni hanno dimostrato quanto siano cruciali le interconnessioni tra Paesi europei. In tre occasioni distinte, i collegamenti transfrontalieri hanno sventato blackout potenzialmente devastanti all’interno dell’Unione Europea. Un esempio emblematico è quello della Polonia: nel 2021, un errore in una sottostazione ha causato un pericoloso calo di frequenza nella rete, ma grazie al supporto delle interconnessioni, la situazione è stata stabilizzata rapidamente. Ancora più significativo è stato l’episodio del 2020, quando il Paese è riuscito a evitare un blackout di proporzioni storiche grazie alle importazioni di emergenza dai vicini.

Ma non è solo una questione di efficienza tecnica. In un contesto geopolitico sempre più teso, le infrastrutture energetiche transfrontaliere sono diventate obiettivi strategici di attacchi e sabotaggi, ovviamente da parte della Russia. Dal 2022, il Mar Baltico è stato teatro di ben nove incidenti che hanno danneggiato collegamenti energetici e di comunicazione. 

La fragilità della rete

“L’infrastruttura energetica europea è sotto attacco, con la campagna di guerra ibrida della Russia che si intensifica ogni giorno”, afferma Pawel Czyzak, direttore del programma Europa di Ember. Ma anche nel corso del 2025 una serie di incidenti ha evidenziato la fragilità della rete continentale: ad aprile, hacker russi hanno colpito una centrale idroelettrica norvegese; a settembre, un’esplosione ha danneggiato un treno del gas nei pressi di Vilnius, mentre Berlino ha subito un blackout causato da un atto di sabotaggio. Persino il Qatar, fornitore chiave di gas per l’Europa, è stato oggetto di attacchi israeliani che hanno messo in discussione la sicurezza degli approvvigionamenti.

Il ruolo delle interconnessioni va ben oltre la gestione ordinaria della rete elettrica. Come sottolinea Zuzanna Nowak, direttore esecutivo dell’Opportunity Institute for Foreign Affairs, “il Mar Baltico non è più solo un’area geografica – sta diventando la centrale elettrica integrata dell’Europa settentrionale e orientale”. I Paesi che si affacciano sul Baltico rappresentano già oltre un terzo della produzione totale di elettricità dell’UE, una quota destinata a crescere con i nuovi investimenti in energie rinnovabili e tecnologie a basse emissioni di carbonio.

La resilienza del sistema energetico europeo si è dimostrata fondamentale anche in situazioni di crisi geopolitica. Durante l’aggressione russa in Ucraina, le interconnessioni hanno permesso di mantenere operative le reti elettriche di Ucraina e Moldavia, dimostrando il loro ruolo cruciale nella sicurezza energetica regionale. Nell’aprile 2025 le interconnessioni sono state comunque determinanti per il riavvio della rete iberica, mentre nel 2022 hanno garantito l’approvvigionamento energetico della Francia in un momento di particolare criticità.

Il blackout iberico

Il caso del blackout iberico è emblematico delle vulnerabilità attuali. L’incidente è stato innescato da un guasto su una linea di trasmissione ad alta tensione tra la Catalogna francese e quella spagnola, provocando un fenomeno di “islanding” che ha isolato il sistema elettrico della penisola dal resto d’Europa. La scarsa interconnessione della Spagna – collegata alla rete europea solo per il 2% della sua capacità, escludendo il Portogallo – ha amplificato gli effetti del guasto. 

“Senza un’azione immediata per espandere e proteggere le interconnessioni, i rischi di blackout cresceranno, specialmente nei paesi con una limitata diversificazione delle forniture”, avverte Czyzak. “Questo non deve essere trattato solo come una priorità energetica, ma come un elemento vitale per proteggere la società europea dagli attacchi”.

La questione della sicurezza delle infrastrutture energetiche transfrontaliere sta assumendo una dimensione che va oltre il settore energetico stesso. Gli esperti sostengono che la loro protezione dovrebbe essere integrata nell’architettura di sicurezza dell’UE e nella difesa collettiva della NATO. I cavi sottomarini e le linee elettriche sono diventati asset strategici tanto quanto i porti e le rotte marittime.

Modernizzare la rete

La Commissione europea ha già iniziato a muoversi in questa direzione. Lo scorso giugno ha presentato un documento di orientamento che delinea la strada per modernizzare la rete continentale, chiedendo agli Stati membri di pianificare in modo lungimirante e di introdurre incentivi stabili per attrarre investimenti. Entro fine 2025 è atteso un nuovo “Pacchetto reti europee” che dovrebbe fornire ulteriori strumenti per accelerare l’integrazione delle reti nazionali. Una corsa contro il tempo per proteggere l’Europa da nuovi blackout e garantire la sicurezza energetica del continente.

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