Un vento di cambiamento soffia sulle infrastrutture energetiche mondiali. Mentre l’era delle rinnovabili prende piede, una rivoluzione silenziosa sta avvenendo sui fondali marini e attraverso i continenti: è l’era dei supercavi, colossali arterie elettriche che promettono di ridisegnare la mappa energetica globale.
Il Tyrrhenian Link
Il 2025 segna una pietra miliare in questa rivoluzione anche per l’Italia, con l’avanzamento del Tyrrhenian Link, un’opera titanica che collegherà la penisola italiana con Sicilia e Sardegna attraverso 970 chilometri di cavi sottomarini. Il ramo orientale, che unisce la Sicilia alla Campania per circa 490 chilometri, è già realtà dopo il completamento della posa dei cavi a maggio 2025. Il ramo occidentale, altrettanto ambizioso, sta prendendo forma: collegherà la Sicilia alla Sardegna con un tracciato di 480 chilometri, stabilendo un record mondiale per la profondità di installazione di un cavo HVDC sottomarino a 2.150 metri sotto il livello del mare.
Ma il Tyrrhenian Link è solo un tassello di un mosaico globale molto più ampio. In tutto il mondo, progetti ancora più ambiziosi stanno prendendo forma. Il Viking Link, che collega Regno Unito e Danimarca attraverso 765 chilometri di mare e terra, è già operativo dalla fine del 2023. È il più lungo cavo elettrico bidirezionale al mondo – almeno per ora. Questo primato potrebbe presto essere superato da progetti ancora più audaci: collegamenti tra Canada e Regno Unito, tra Marocco ed Europa, e persino tra Australia e Singapore, con cavi che si estenderanno fino a 4.000 chilometri.
Ponti energetici
Questi “progetti eroici” non sono semplici collegamenti elettrici. Sono ponti energetici che sfruttano le differenze di fuso orario e condizioni meteorologiche per ottimizzare la distribuzione di energia rinnovabile. Quando in Australia splende il sole, Singapore potrà beneficiare di energia solare pulita. Quando il vento soffia forte nel Mare del Nord di notte, quell’energia potrà alimentare le città del Nord America ancora nel pieno della loro giornata. Su scala più piccola, come nel caso del Viking Link, si sfruttano al meglio i diversi pattern meteorologici nel Mare del Nord, importando elettricità nel Regno Unito quando manca il vento ed esportandolo quando ce n’è troppo.
Il Tyrrhenian Link, con un investimento di 3,7 miliardi di euro da parte di Terna, rappresenta un esempio concreto di questa visione. Il progetto non si limita alla posa dei cavi: include anche 60 chilometri di linee elettriche terrestri e un’attenta considerazione dell’impatto ambientale, con il reimpianto di 1.700 ulivi in Sicilia e la protezione delle praterie di Posidonia oceanica vicino alla Sardegna.
Sembra una passeggiata rispetto al progetto AAPowerLink sviluppato da SunCable e un consorzio guidato da Grok Ventures. Il progetto da 30 miliardi di euro prevede la costruzione di una capacità solare iniziale di 3GW, con batterie, nel Territorio del Nord dell’Australia, e la vendita dell’elettricità ai consumatori di Darwin sulla costa settentrionale e a Singapore attraverso un cavo di 4.300 chilometri. La speranza è quella di riuscire a raggiungere Singapore entro la metà degli anni 2030.
Una passeggiata anche rispetto all’idea lanciata da Laurent Segalen e Simon Ludlam di collegare il Nord America con l’Europa attraverso un cavo bidirezionale da 6GW di 4.000 chilometri tra il Canada e il Regno Unito e l’Irlanda. La differenza di fuso orario significa che l’Europa potrebbe svegliarsi con l’elettricità dalle centrali idroelettriche canadesi, quando la domanda canadese è bassa durante la notte, e rimandare energia in Nordamerica quando c’è vento a mezzanotte nel Mare del Nord e i newyorkesi stanno cenando.
Sfide considerevoli
Le sfide sono considerevoli. Le catene di approvvigionamento sono sotto pressione per la crescente domanda globale di cavi, trasformatori e altre apparecchiature elettriche, sia per progetti di commercio di elettricità a lunga distanza che per collegare nuovi parchi eolici e solari alla rete elettrica. I rischi geopolitici (e militari) sono reali, e le complessità tecniche (e anche i costi) sono enormi. Ma il gioco vale la candela: questi supercavi potrebbero accelerare significativamente la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, creando al contempo nuovi legami tra le economie mondiali.
In alcuni casi i problemi sembrano scoraggiare i governi: sempre in Gran Bretagna, a giugno, il governo Starmer ha fatto marcia indietro, affermando che non avrebbe più sostenuto il progetto proposto da Xlinks per costruire un cavo unidirezionale che portasse energia da parchi solari ed eolici da costruire in Marocco. Il dipartimento dell’energia ha sostenuto che il Morocco-UK Power Project da 24 miliardi di sterline presentava un “alto livello di rischio intrinseco”, legato sia alla consegna che alla sicurezza. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha aumentato le preoccupazioni sul sabotaggio delle infrastrutture energetiche.