8 Ottobre 2025
/ 6.10.2025

Nasce l’archivio globale dei ghiacci in estinzione

La rompighiaccio Laura Bassi fa rotta verso la Nuova Zelanda con un carico speciale diretto in Antartide: una missione per salvare la memoria del clima

La rompighiaccio Laura Bassi è salpata da Trieste per una missione impegnativa: salvare la memoria del clima terrestre. La nave, dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, è diretta in Antartide: un viaggio lungo più di 190 giorni che prevede uno scalo in Nuova Zelanda a metà novembre e il rientro a Trieste nella primavera del 2026.

La rompighiaccio affronterà due fasi operative: la prima dedicata ai rifornimenti della base italiana Mario Zucchelli, la seconda centrata su cinque progetti scientifici che si svolgeranno fino ai primi di marzo. “Formeremo poi un convoglio con la rompighiaccio coreana Araon, alternandoci nella navigazione e supportandoci reciprocamente”, spiega Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell’OGS. “L’appuntamento è all’inizio di dicembre, al limite del ghiaccio: da lì comincerà la fase più impegnativa della missione.”

Il tesoro nascosto nel ghiaccio

La Laura Bassi trasporta anche un carico speciale: le carote di ghiaccio del progetto internazionale Ice Memory, riconosciuto dall’Unesco e sostenuto, tra gli altri, dall’Istituto di Scienze Polari del Cnr e dall’Università Ca’ Foscari Venezia. Arriveranno in Antartide, dove verranno conservate per i secoli a venire in un archivio unico al mondo: l’Ice Memory Sanctuary.

Si tratta di un progetto che mira a creare una banca globale dei ghiacciai in via di estinzione, per custodire le informazioni climatiche racchiuse nelle bolle d’aria intrappolate nel ghiaccio: gas serra, aerosol, polveri e inquinanti che raccontano una storia atmosferica della Terra lunga centinaia di migliaia di anni.

A bordo della nave ci sono le carote estratte nel maggio 2025 sul Grand Combin, in Svizzera, e quelle prelevate nel 2016 sul Monte Bianco: due “capsule del tempo” che attraverseranno i due emisferi per essere custodite nel luogo più freddo del mondo. “Il trasporto dei campioni in Antartide realizza un sogno sul quale abbiamo lavorato per un decennio”, spiega Carlo Barbante, professore a Ca’ Foscari e cofondatore di Ice Memory. “È un impegno per le future generazioni, reso possibile grazie a una straordinaria collaborazione internazionale.”

Una banca del clima per il futuro

A Concordia, la base italo-francese situata a oltre 3.000 metri sul plateau antartico, le carote saranno collocate nell’Ice Memory Sanctuary: una galleria lunga 35 metri, scavata interamente sotto la neve, senza cemento né materiali artificiali, per minimizzare l’impatto ambientale. Lì, a una temperatura naturale di -50 °C, i campioni saranno protetti anche in caso di crisi energetiche o guasti alle infrastrutture di superficie.

“Il Cnr-Isp, tra i fondatori di Ice Memory, è orgoglioso di contribuire a questa missione che salvaguarda gli archivi naturali del clima”, sottolinea la direttrice Giuliana Panieri. “È un patrimonio prezioso per la comunità scientifica del futuro e un messaggio di responsabilità verso il pianeta.”

La logistica è complessa: dopo l’arrivo alla base Mario Zucchelli, i campioni verranno caricati su un aereo senza riscaldamento per mantenere la temperatura di -20 °C durante il volo di trasferimento a Concordia. Enea si occuperà della catena del freddo e della gestione tecnica, in collaborazione con l’Istituto polare francese Paul Émile Victor. “Un’operazione di grande complessità in uno degli ambienti più estremi del pianeta”, spiega Elena Campana di Enea.

La memoria che non deve sciogliersi

Mentre i ghiacciai si ritirano a ritmo accelerato, la sfida è raccogliere il maggior numero possibile di campioni prima che vadano perduti per sempre. Ogni carota estratta racconta una pagina della storia della Terra – e perderla significherebbe cancellare per sempre una parte della nostra memoria climatica.

La Laura Bassi, unica rompighiaccio italiana, diventa così la custode itinerante di un’eredità fragile e insostituibile: il ghiaccio che si scioglie nelle Alpi potrà sopravvivere, congelato nel cuore dell’Antartide, per testimoniare com’era il mondo prima dell’era del riscaldamento globale.

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