L’estate 2025 sarà ricordata come una delle più calde e devastanti della storia recente. Tra siccità record, ondate di calore e incendi fuori controllo, il volto del cambiamento climatico è apparso in tutta la sua drammaticità. Secondo i dati del Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (Effis), le fiamme hanno divorato oltre un milione di ettari nei paesi dell’Unione europea: mai così tanto dall’inizio delle rilevazioni nel 2006.
L’Italia brucia da Nord a Sud
Nel nostro Paese, tra il 1° gennaio e il 15 settembre, si sono contati circa 1.600 grandi incendi boschivi, per un totale di quasi 890 km² di territorio devastato dalle fiamme. È una delle peggiori stagioni degli ultimi anni, al pari di quella del 2023, non solo per l’estensione delle aree colpite, ma anche per l’impatto sugli ecosistemi.
Secondo l’Ispra, le aree boschive bruciate ammontano a 115 km², con la macchia mediterranea – composta da lecci, sughere e querce – tra le più colpite. Sicilia, Calabria, Puglia e Campania concentrano da sole l’85% della superficie totale percorsa dal fuoco. La sola Sicilia ha perso 480 km², di cui 37 di boschi e foreste, seguita dalla Calabria (143 km² totali, 26 forestali) e dalla Campania (58 km² totali, 18 forestali).
La provincia di Agrigento si conferma la più colpita a livello nazionale, con 171 km² bruciati. Quasi il 40% degli ecosistemi forestali distrutti si trova all’interno di aree protette o di siti Natura 2000, a conferma di quanto il patrimonio naturale più prezioso del Paese sia esposto a un rischio crescente.
Le ferite nei parchi e nelle riserve naturali
Tra gli incendi più devastanti si segnala quello del 20 luglio nel trapanese, che ha incenerito oltre 55 km² tra Buseto Palizzolo, Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo. Le fiamme hanno colpito anche la Riserva dello Zingaro e i monti Cofano e Sparagio, aree di altissimo valore naturalistico.
Ad agosto, roghi estesi hanno interessato anche le province di Enna e Caltanissetta, all’interno di siti protetti come la Sughereta di Niscemi e i Boschi di Piazza Armerina.
Neppure il Parco Nazionale del Vesuvio è stato risparmiato: tra il 5 e il 12 agosto, un incendio ha distrutto circa 8 km² di vegetazione, bruciando 3 km² di foresta nella zona sud-orientale del parco, tra i comuni di Ottaviano, Terzigno e Boscotrecase.
Un’Europa sempre più arida
Il problema non riguarda solo l’Italia. In Francia, seppur senza superare il record del 2022, le fiamme hanno distrutto 35.700 ettari, tra cui 13.000 nel solo incendio dell’Aude, il più grave nella regione mediterranea francese degli ultimi 50 anni.
A peggiorare il quadro, la siccità estrema: la carenza d’acqua nell’estate 2025 costerà all’Italia circa 6,8 miliardi di euro, una cifra destinata a quasi triplicare entro il 2029, secondo uno studio dell’Università di Mannheim e della Banca centrale europea.