Nubi più cariche di pioggia, rovesci sempre più violenti, maggiore energia in gioco. Sono queste le “supercelle”, temporali all’ennesima potenza. E con un riscalamento di 3 gradi rispetto all’epoca preindustriale (ora siamo già attorno a 1.4°) i climatologi ci dicono si andrà incontro ad un aumento delle supercelle temporalesche in Europa. E che in alcune parti l’aumento sarà netto. Tra queste il versante meridionale delle Alpi, in particolare le Alpi e Prealpi Carniche in Friuli, il Trentino Alto Adige orientale, settentrionale e occidentale, le Alpi e Prealpi lombarde e venete, quelle Lepontine, Graie e Pennine in Piemonte e Val d’Aosta. Qui si passerebbe da 61 eventi all’anno a 81, come dire un aumento del 36%.
A sostenerlo è il lavoro pubblicato su Science Advances da Monica Feldman dell’Istituto di Geografia dell’Oeschger Centre for Climate Change Research dell’università di Berna e da altri ricercatori dell’Institute of Atmospheric and Climate Science, dell’ETH di Zurigo e dell’università di Berna. In netto aumento sono peraltro anche i fenomeni sul versante alpino settentrionale, con crescita stimata del 52%, dato che i ricercatori prevedano un passaggio da una media di 38 eventi annuali a 58. Fa anche peggio l’Europa dell’Est che passa da 87 a 153 eventi, mentre percentualmente chi sale di più è l’area del Baltico che da 10 passa a 21 eventi (+116%). Il Mediterraneo invece registra un aumento “solo” del 15%, ma va sottolineato che ha pur sempre moltissime supercelle temporalesche dato che nella simulazione passa da 167 a 192: ovvero ha quasi il 25% di tutte le “supercelle” d’Europa
Un monitoraggio difficile
“Le supercelle temporalesche – spiegano gli autori dello studio – sono la categoria di temporali più pericolosa e particolarmente impattante per la società. Il loro monitoraggio è difficile e spesso limitato alle reti radar dei singoli paesi. Sfruttando simulazioni climatiche su scala chilometrica, abbiamo ricavato una caratterizzazione finora sconosciuta della presenza di supercelle in Europa per il clima attuale e per un clima più caldo. Il clima attuale mostra diverse centinaia di supercelle per stagione convettiva. I picchi di presenza coincidono con topografie complesse, ad esempio le Alpi. La frequenza massima assoluta si registra lungo le Alpi meridionali e quella minima sugli oceani e sulle aree pianeggianti”.
Le Alpi friulane
“Confrontando una simulazione del clima attuale con uno scenario di riscaldamento globale di +3 °C – proseguono – la simulazione del clima futuro mostra un aumento medio dell’occorrenza di supercelle dell’11%: da 711 a 794 all’anno. Da notare che si osserva un cambiamento delle aree affette da questo fenomeno, con forti aumenti della frequenza delle supercelle nell’Europa centrale e orientale e una diminuzione della frequenza nella penisola iberica, -15%, e nella Francia sud-occidentale, -27%. Aumenti pronunciati si verificano anche nella Germania meridionale, nell’Europa orientale e nell’Europa nord-orientale.”
Confermata anche una elevata frequenza nelle Alpi friulane, una zona nota per essere una delle più attive d’Europa per tornado e severe grandinate. Per chi ancora sostiene che il cambiamento climatico non aumenterà nulla, tantomeno gli eventi estremi, la ricerca in questione è un materiale da studiare e meditare con attenzione. O meglio, sarebbe, se non si fosse prevenuti.