Genova torna protagonista dell’innovazione industriale con un obiettivo ambizioso: trasformare la tradizione marittima italiana in una piattaforma strategica per le energie rinnovabili del futuro. “L’Italia ha tutte le carte in regola per diventare un attore industriale di primo piano nello sviluppo delle rinnovabili marine”, ha dichiarato Fulvio Mamone Capria, presidente dell’Associazione delle energie innovabili offshore (Aero), intervenendo al Port&ShippingTech 2025 in corso nel capoluogo ligure.
Secondo Mamone Capria, il Paese può contare su un patrimonio di competenze tecniche e cantieristiche di prim’ordine, una posizione geografica centrale nel Mediterraneo e una rete portuale di alto livello: “I porti non sono solo infrastrutture logistiche: sono snodi strategici per l’assemblaggio, il varo e la manutenzione delle tecnologie offshore. Il futuro dell’energia passa da qui”, ha sottolineato, aggiungendo che lanciare da Genova – con la forza del suo cluster industriale e del suo sistema portuale – la visione strategica di una supply chain nazionale per l’eolico offshore è “l’esempio concreto di come innovazione e nuove tecnologie in mare possano incontrarsi per affermare un nuovo modello di sviluppo per il nostro Paese”.
Augusta e Taranto in prima linea
La rotta è già tracciata. Aero punta a costruire una rete nazionale di aree portuali dedicate alle rinnovabili marine, a partire dai porti di Augusta e Taranto, identificati come hub prioritari per la nascita della filiera industriale dell’eolico galleggiante. “Ci sono numerosi temi centrali per la portualità del futuro: digitalizzazione, transizione ecologica, sicurezza energetica, intermodalità e resilienza, nuova occupazione”, ha spiegato Mamone Capria. “La nostra visione delle rinnovabili dal mare li racchiude tutte e sarà proprio dai primi porti prioritari di Augusta e Taranto che metteremo le basi per coinvolgere una rete nazionale delle aree portuali dedicate all’eolico offshore, da Piombino a Civitavecchia, da Ravenna a Brindisi”.
Un progetto corale, che valorizza le specificità territoriali e industriali di ciascun porto, creando una filiera coordinata in grado di sostenere l’assemblaggio e la manutenzione delle turbine galleggianti, settore in forte espansione in Europa.
La svolta del 2026
Un segnale concreto arriva dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che ha destinato 78 milioni di euro ai porti di Augusta e Taranto per la realizzazione di nuove banchine dedicate alle attività offshore. “Il Mase, che sta operandobene, non può più tentennare nel far partire le aste competitive per i primi progetti già autorizzati in Via, che superano i 2,3 GW di potenza”, ha affermato Mamone Capria, sottolineando che “il 2026 dovrà essere l’anno della svolta per creare crescita stabile, occupazione, visione industriale, con l’obiettivo di raggiungere almeno 20 GW di eolico galleggiante da installare in Italia entro il 2050”.
Un traguardo che permetterebbe al Paese non solo di contribuire alla decarbonizzazione europea, ma anche di costruire una nuova leadership industriale in un settore che coniuga mare, energia e tecnologia.