In Italia la sostenibilità urbana resta un traguardo lontano. Nessuna città raggiunge il 100% delle performance ambientali e la media nazionale scende al 54,24%, quasi quattro punti in meno rispetto a due anni fa. È la fotografia scattata dal nuovo rapporto Ecosistema Urbano 2025 di Legambiente, realizzato con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, che valuta 106 capoluoghi di provincia attraverso 19 indicatori ambientali.
Trento e Mantova si confermano ai vertici della classifica, uniche a superare la soglia del 75%: la prima conquista nuovamente il gradino più alto, la seconda risale di cinque posizioni grazie a progressi nella gestione idrica e nella raccolta differenziata, che tocca l’84%. Sul terzo gradino del podio c’è Bergamo, che recupera tredici posizioni e si distingue per la crescita della ciclabilità e del riciclo. Nella top ten restano Bolzano, Pordenone, Reggio Emilia, Parma, Rimini, Bologna e Forlì: un blocco compatto di città del Nord, dove le politiche ambientali sono più radicate.
Il Sud in difficoltà
Il Sud resta invece indietro. Solo Cosenza, sedicesima, entra nella prima fascia, mentre gli ultimi nove posti della classifica sono tutti occupati da città meridionali, da Caltanissetta a Reggio Calabria, ferme sotto il 35% del punteggio. Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria scendono addirittura sotto i 25 punti su cento, a testimonianza di un divario strutturale che non accenna a ridursi.
Le criticità più gravi riguardano smog, acqua e suolo. Le perdite idriche restano enormi: in venti capoluoghi si disperde almeno metà dell’acqua immessa in rete. Intanto le superfici dedicate alle biciclette si riducono – da 11 a 10,4 metri ogni 100 abitanti – così come calano le isole pedonali e le zone a traffico limitato. E mentre gli abitanti diminuiscono, cresce il suolo impermeabilizzato: dal 2018 al 2023 le città italiane hanno consumato altri 4.500 ettari di terreno, pari a 6,3 metri quadrati in più per cittadino.
Qualche segnale positivo però emerge. Per la prima volta la raccolta differenziata supera in media il 65% tra i capoluoghi e in quindici città oltrepassa l’80%. Si rafforza anche il trasporto pubblico: Milano arriva a 424 viaggi pro capite all’anno, Roma sale a 277, Firenze migliora fino a 247, mentre Venezia resta la più virtuosa nonostante un lieve calo.
Serve una legge nazionale per la rigenerazione urbana
Ma per Legambiente non basta. Serve, spiega l’associazione, una legge nazionale per la rigenerazione urbana, capace di bloccare il consumo di nuovo suolo agricolo e stabilizzare in modo permanente i bonus edilizi, mantenendoli almeno al 50% e legandoli all’efficienza energetica e all’equità sociale. “Il Paese ha bisogno di città sostenibili, resilienti, efficienti, a zero emissioni”, afferma il presidente Stefano Ciafani”. Sono tanti i cantieri della transizione ecologica, ma ancora troppi i nodi irrisolti, a partire dall’adattamento alla crisi climatica e dal reperimento di risorse dopo il Pnrr. Serve una legge che fermi davvero il consumo di suolo e che aiuti a rispettare la direttiva europea sulle case green”.
Secondo Ciafani, la rigenerazione urbana deve diventare il campo d’azione del Clean Industrial Deal annunciato da Ursula von der Leyen: “Le città possono essere il motore di questa trasformazione, ma dobbiamo crederci di più, amministratori e cittadini insieme”.
Anche Mirko Laurenti, dell’ufficio scientifico di Legambiente e responsabile del report, sottolinea la mancanza di una visione d’insieme: “Le città faticano a rispondere alle emergenze urbane. Manca una strategia nazionale che coordini le scelte e trasformi davvero gli spazi urbani, rendendoli sostenibili e più vicini ai bisogni dei cittadini”.
Qualche segnale incoraggiante arriva da alcune grandi città in rimonta: Firenze passa dal 63° al 21° posto, migliorando su trasporti, raccolta differenziata e qualità dell’aria. Torino guadagna oltre venti posizioni grazie a minori perdite idriche e nuovi alberi messi a dimora, mentre Roma, pur migliorando leggermente i suoi servizi di trasporto, resta ferma al 66° posto.
I dati completi del rapporto, pubblicati sul Sole 24 Ore e consultabili sulla piattaforma interattiva del Lab24, offrono un ritratto nitido: l’Italia urbana è un Paese che si muove a due velocità, con poche punte d’eccellenza e una lunga coda di ritardi. Le città più dinamiche dimostrano che la transizione è possibile, ma senza una cornice nazionale e investimenti stabili il rischio è che la sostenibilità resti solo un obiettivo dichiarato.