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A Maranello si sopravvive, ma dietro la Red Bull c’è di più

14.04.2023

In attesa di tornare in pista, i team di F1, Ferrari in particolare, lavorano per rimediare alle lacune emerse nelle prime corse

Steve Mc Queen, famoso attore ma anche pilota di buon livello, diceva che “tutto ciò che avviene prima o dopo una corsa è attesa”. Attesa che gli appassionati della Formula Uno stanno vivendo in queste settimane prima del Gran Premio di Baku. Un’attesa snervante, piena di dubbi e incertezze che tormentano, più di tutti, i tifosi della Rossa Nazionale.

Le prime gare, tra ritiri, penalizzazioni e uscite di pista non hanno portato a Maranello punti utili a contrastare quello che sembra profilarsi come una ripetizione del dominio Red Bull. Ci si chiede cosa manchi alla Ferrari di quest’anno; la risposta non è facile per chi osserva dall’esterno e può solo fare ipotesi, analizzare dichiarazioni di piloti e responsabili e magari, se abbastanza attento, confrontare tempi o comportamento in pista. I primi tre appuntamenti hanno evidenziato che rispetto allo scorso anno la Ferrari ha sì progredito, ma meno della concorrenza; l’Aston Martin sembra aver superato d’un colpo Ferrari e Mercedes e si è fatta minacciosa quasi a voler insidiare la Red Bull che ha primeggiato in maniera netta. La Ferrari ha mostrato dei guizzi solo nelle qualifiche; poi, in gara, specie su tracciati impegnativi e stressanti per gli pneumatici, è lentamente scivolata nelle posizioni lontane dal podio. Sembrerebbe quasi che il bilanciamento ottimale della monoposto si palesi in una finestra molto piccola di funzionamento degli pneumatici; appena fuori da questo intervallo, vuoi per pressioni o temperature non adeguate, inizia il degrado gomma e si assiste a perdita di prestazione con la vettura che assume un comportamento sbilanciato e di difficile gestione da parte dei piloti. Ma potrebbe anche essere una lacuna di natura aerodinamica, legata a perdita di efficienza in funzione delle altezze da terra. Per contro la Red Bull, di fatto imbattibile in qualifica, anche in gara realizza prestazioni non raggiungibili da tutti gli altri, e che oltretutto si ripetono per buona parte del Gran Premio. Sorge addirittura il dubbio che, raggiunto un certo vantaggio, Verstappen e Perez lo gestiscano con attenzione. Questo mese che separa il Gran Premio d’Australia da quello di Baku sarà molto importante per chi rincorre, essendoci il forte rischio di non ottenere risultati di rilievo nel prosieguo della stagione. Ma anche chi è al momento davanti non può permettersi rallentamenti.

In Formula Uno le pause non sono previste né consentite, bisogna sempre studiare nuove soluzioni che consentano di migliorare e in questo i dati registrati in gara e le impressioni fornite dai piloti diventano un fattore decisivo. Sarà poi compito dei tecnici valutare quali siano gli interventi da attuare, sull’aerodinamica, sulla meccanica, sull’assetto. Questo accade in tutte le squadre, non solo in Ferrari; la Mercedes deve decidere se sviluppare la monoposto attuale, non particolarmente brillante, o attuare un cambiamento radicale. L’Aston Martin deve migliorare le prestazioni in qualifica per potersi giocare ad armi pari la vittoria contro la Red Bull che da parte sua è chiamata a mantenere il primato. Insomma, attesa e curiosità per noi appassionati ma tanto lavoro per tecnici e meccanici.

 

Nella fotografia:

  • Max Verstappen con il trofeo del vincitore in Australia, Oracle Red Bull Racing
  • La Ferrari in pista a Melbourne, Scuderia Ferrari
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