22 Settembre 2025
/ 22.09.2025

All’Onu è il giorno della Palestina

Dopo Gran Bretagna, Canada, Portogallo e Australia, anche la Francia questa sera annuncerà il riconoscimento dello Stato della Palestina. Ira di Usa e Israele che, come ritorsione, minaccia l’annessione della Cisgiordania. “Non ci provi”, la minaccia del Regno Unito. Tra i maggiori Paesi europei solo Germania e Italia non hanno mosso passi verso il riconoscimento

Forse per un giorno il suono della diplomazia internazionale sarà più forte di quello dell’esercito israeliano che da due anni sta progressivamente radendo al suolo la Striscia di Gaza. Nella notte tra oggi e domani partirà infatti una delle assemblee Onu più attese e delicate degli ultimi anni. Dopo che Gran Bretagna, Canada, Australia e Portogallo hanno riconosciuto domenica lo Stato palestinese, Macron ufficializzerà il suo sì nelle prossime ore. Tra i maggiori Paese europei mancano ormai solo Italia e Germania.

Una decisione lungamente attesa che suscita l’ira di Israele e degli Stati Uniti. Anche perché si allarga ovunque la pressione del movimento diplomatico, guidato da Francia e Arabia Saudita, che spinge per il riconoscimento dello Stato palestinese. Una mossa che potrebbe suscitare dure reazioni da parte di Israele e Stati Uniti. Israele boicotterà il vertice, ha dichiarato l’ambasciatore israeliano all’Onu Danny Danon, descrivendo l’evento come un “circo”. “Non pensiamo che sia utile. Pensiamo che in realtà premi il terrorismo”, ha detto ai giornalisti nei giorni scorsi.

Nel discorso che terrà martedì all’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, il cui contenuto è stato anticipato dal Wall Street Journal, Donald Trump metterà in risalto il potere unilaterale degli Stati Uniti all’estero davanti a un organismo globale in cui la sua amministrazione ha abbandonato gran parte del ruolo di primo piano che aveva un tempo. Gli Stati Uniti, secondo i dirigenti della Casa Bianca, possono esercitare la loro influenza globale anche al di fuori dell’Onu e delle sue numerose istituzioni, ritenendo che l’organismo mondiale appaia incapace di affrontare le crisi e sia sempre più ostile a Israele.

Israele che, da canto suo, sta valutando l’annessione di parte della Cisgiordania occupata come possibile risposta, nonché misure bilaterali specifiche contro Parigi. Di contro, il Regno Unito ha messo in guardia Netanyahu, avvertendolo di non mettere in pratica la minaccia evocata. Lo ha detto la ministra degli Esteri, Yvette Cooper, intervistata dalla Bbc prima del suo previsto intervento odierno all’Onu, insistendo che il riconoscimento britannico della Palestina mira “chiaramente a garantire la sicurezza d’Israele al pari di quella dei palestinesi. Si tratta di proteggere la pace e la giustizia in Medio Oriente continuando a lavorare con tutte le parti”, ha proseguito: “Dobbiamo riconoscere ai palestinesi il diritto a un loro Stato così come riconosciamo lo Stato d’Israele”.

Intanto, mentre anche la Danimarca annuncia un cambio di posizione sulla questione annunciando per oggi dettagli più precisi in merito a quali ritiene essere i criteri necessari per un riconoscimento della Palestina, diversi Comuni francesi hanno cominciato ad issare sulle facciate dei loro municipi le bandiere palestinesi. ”Questa sera, il presidente della Repubblica Emmanuel Macron annuncerà all’Onu il riconoscimento dello Stato di Palestina. Nantes accompagna questa decisione storica della Repubblica francese issando, per l’intera giornata’, la bandiera palestinese”, annuncia su X la sindaca socialista di Nantes, Johanna Rolland.

Bandiera palestinese anche sul Comune di Saint-Denis, alle porte di Parigi, in presenza del segretario socialista, Olivier Faure, e su altri municipi del Paese. “La Dichiarazione di New York non è una vaga promessa per un futuro lontano, ma piuttosto una tabella di marcia che inizia con le massime priorità: un cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e l’ingresso senza ostacoli degli aiuti umanitari a Gaza”, ha dichiarato giovedì ai giornalisti il ​​ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot. “Una volta raggiunto il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, il passo successivo è un piano per il giorno dopo, che sarà all’ordine del giorno delle discussioni di lunedì”.

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