12 Agosto 2025
/ 7.08.2025

Artico a 30 gradi e il caldo torna a picchiare l’Italia

La tregua è finita, torna l'anticiclone africano. Secondo i dati Copernicus è stato il secondo luglio più caldo di sempre, giugno ha chiuso 3 gradi sopra la media storica. Disastro idrico al Sud

L’illusione di una pausa estiva è durata poco. Dopo settimane di afa record, il ritorno dell’anticiclone delle Azzorre aveva concesso all’Europa occidentale un respiro. Ma ora i venti caldi sahariani si preparano a colpire di nuovo, riportando temperature roventi sull’Italia e aggravando una crisi idrica già critica in molte aree. Le previsioni segnalano un nuovo picco di calore in arrivo, con il termometro destinato a salire ben oltre le medie stagionali, soprattutto al Sud e nelle Isole.

A certificare la portata del riscaldamento globale ci pensa Copernicus, il programma europeo di monitoraggio climatico: luglio 2025 si piazza sul podio dei mesi più caldi mai registrati, secondo solo al rovente luglio 2023. Le anomalie termiche sono evidenti ovunque: in Europa si sono toccati oltre 40 gradi sulla Penisola Iberica, e in Italia giugno ha chiuso con +3 °C rispetto alla media storica. Le acque del Mediterraneo, dopo settimane sopra i +5 °C rispetto alla norma, si sono temporaneamente rinfrescate, ma la tendenza resta chiara: il clima mediterraneo sta virando verso il subtropicale.

Artico a 30 gradi: l’emblema del caos climatico

Mentre in Italia si combatte l’afa, il vero shock arriva dal Circolo Polare Artico, dove le temperature hanno superato i 30 gradi. È un’anomalia che fa tremare i climatologi. Il Polo Nord si sta scaldando fino a quattro volte più velocemente della media globale, un’accelerazione che destabilizza le correnti atmosferiche e moltiplica i fenomeni estremi anche alle nostre latitudini. Il riscaldamento artico non è solo un dramma per gli orsi bianchi: è un detonatore climatico globale.

Siccità a macchia di leopardo: Italia in affanno

Il quadro idrico nazionale tracciato dall’Osservatorio Anbi è frammentato ma preoccupante. Al Sud, la situazione è drammatica: in Campania le sorgenti di Cassano Irpino perdono 1.100 litri al secondo, mentre in Puglia alcune stazioni pluviometriche del Salento registrano piogge pressoché nulle da mesi. In Sardegna, il turismo estivo pesa come un macigno sulle riserve idriche: i bacini hanno perso oltre 134 milioni di metri cubi in un solo mese, e in alcune zone la disponibilità residua è scesa sotto il 12%.

Nel Lazio, Umbria e Marche i fiumi sono in calo, i laghi si abbassano e solo qualche pioggia sparsa ha portato benefici temporanei. Il nord Italia resiste meglio: il Veneto registra precipitazioni superiori alla media (+52% a luglio), ma anche qui non mancano segnali di allerta. I grandi laghi alpini sono in ritirata (il Lario è al 39,4% di riempimento), e le dighe piacentine trattengono ormai solo un quarto dell’acqua rispetto al 2024.

Eventi estremi e piogge inutili: il paradosso climatico

Anche quando piove, l’acqua non basta. A luglio sono stati segnalati 318 eventi meteo estremi in Italia – tra grandinate, bombe d’acqua e tornado – che più che alimentare le riserve, aumentano il rischio idrogeologico.

E con il caldo che torna a mordere e i terreni già assetati, il rischio incendi resta elevato. Le anomalie artiche continuano a destabilizzare l’intero sistema climatico, rendendo il meteo sempre più imprevedibile. L’Italia, crocevia tra Africa e Europa, è in prima linea.

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ponte sullo stretto 6ago25

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