21.04.2023
Attaccato oggi il sistema ATM di Milano, in concomitanza con lo sciopero generale. Ma il numero delle offensive che colpiscono l’ambito civile continua a crescere.
È sempre più importante parlare di cyber sicurezza, ed è sempre più importante parlarne non tanto in modo tecnico, quanto più a livello culturale, perché oggi il vero focus è quello di diffondere consapevolezza dei rischi e cultura della cyber sicurezza. Il termine non rappresenta più solo il crimine in ambito informatico, ma va inteso come un concetto che si applica a tutte le attività umane, e diventa quindi necessario essere pronti e resilienti, in grado di prevenire o mitigare i rischi di attacchi che sono ormai all’ordine del giorno in qualsiasi settore della società.
Ad avvalorare questa riflessione sono proprio le parole di pochi giorni fa del Prefetto Bruno Frattasi, Direttore Generale da poco insediato all’Agenzia Cyber Nazionale (ACN) in audizione davanti alla commissione Politiche UE della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame della Comunicazione congiunta della Commissione Europea e dell’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza al Parlamento Europeo e al Consiglio sulla Politica di Cyberdifesa dell’Unione Europea.
La cyber sicurezza, secondo Frattasi, è un tema che tocca tutti indistintamente e io sono pienamente d’accordo con questa dichiarazione, anche perché ogni giorno si leggono numeri impressionanti di attacchi. Ma non si tratta solo di cybercrime: oggi la sicurezza informatica è un concetto trasversale che si applica a ogni attività umana, che tocca tutti gli ambiti delle attività civili, dal mondo bancario a quello della salute, passando per i trasporti.
Fondamentale e necessario sarà il rafforzamento della cooperazione tra la dimensione civile e quella militare, oltre che una politica, anche a livello europeo, che favorisca standard efficaci per tutti i 27 Paesi dell’Unione, per evitare il rischio che qualche Paese con standard non all’altezza posso diventare l’anello debole della catena e diventare oggetto di attacchi mirati. Il rafforzamento della cooperazione tra ambito civile e militare sarà fondamentale per fare in modo che si mantenga una sorta di interferenza reciproca con l’obiettivo di condividere conoscenze e lavorare per il Sistema Paese.
Si parla sempre più di guerra ibrida e gli obiettivi sono sempre più spesso civili: proprio nella giornata di oggi è stato attaccato il sistema dell’Azienda dei Trasporti di Milano, l’ATM, in concomitanza con lo sciopero generale.
Le offensive che colpiscono l’ambito civile sono moltissime: sanità, finanza e banche sono solo alcuni esempi. Per questo un accordo tra il mondo civile e quello militare potrebbe aiutare nella prevenzione e nella mitigazione del rischio.
Ultima cosa ma non meno importante: per l’Europa, ma strategicamente anche per l’Italia, è fondamentale riuscire a raggiungere una maggiore autonomia tecnologica per un settore che oggi ha una rilevanza enorme perfino sotto l’aspetto geopolitico, poiché siamo ancora troppo dipendenti dalla tecnologia extra europea.