Le auto elettriche non solo sono più pulite delle rivali a benzina, ma lo stanno diventando a una velocità sorprendente. A dirlo è un nuovo studio dell’International Council on Clean Transportation (ICCT), che conferma e rafforza i risultati precedenti: le auto elettriche a batteria vendute oggi in Europa emettono lungo tutto il loro ciclo di vita il 73% in meno di gas serra rispetto a un’auto a benzina. E il divario è destinato ad allargarsi ancora.
Il miglioramento, rispetto a una precedente stima del 2021, è netto: +24%. Merito di due fattori decisivi. Da un lato, la rapida decarbonizzazione della produzione elettrica in Europa, dove le fonti rinnovabili copriranno il 56% del mix elettrico già nel 2025, per salire all’86% entro il 2045. Dall’altro, la maggiore efficienza delle auto elettriche, che consumano meno energia per chilometro percorso rispetto a qualsiasi altra tecnologia su strada.
Lunga vita alle elettriche
Un punto centrale dell’analisi è l’approccio “a ciclo di vita”: si considerano le emissioni totali dalla produzione al riciclo finale del veicolo, passando per l’uso quotidiano. Questo include la produzione dell’auto e della batteria, la generazione dell’energia o dei carburanti necessari per muoverla, la manutenzione e infine lo smaltimento.
Sì, è vero: le auto elettriche partono con uno “svantaggio” iniziale, legato alla produzione delle batterie, che comporta emissioni del 40% superiori rispetto a quelle necessarie per un’auto tradizionale. Ma questo debito viene saldato in fretta. Bastano in media 17.000 chilometri – uno o due anni di utilizzo – per annullare l’impronta iniziale e iniziare a guadagnare in termini climatici.
E dal momento che un’auto venduta oggi resterà sulle strade europee per circa vent’anni, i benefici ambientali continueranno ad accumularsi per tutto il resto della sua vita utile, grazie anche al progressivo miglioramento del mix elettrico. Al contrario, le auto a combustione interna continueranno a bruciare carburanti fossili, con emissioni che rimarranno alte e difficili da ridurre.
Ibride e plug-in: la falsa soluzione
Lo studio lancia una stoccata alle tecnologie ibride e ibride plug-in, che spesso vengono presentate come “compromesso virtuoso”. In realtà, spiegano i ricercatori ICCT, queste soluzioni offrono vantaggi climatici modesti: il taglio alle emissioni rispetto a un’auto a benzina è solo del 20% nel caso delle ibride tradizionali e del 30% per le plug-in. Inoltre, le ibride plug-in vengono spesso utilizzate meno in modalità elettrica di quanto si supponga, limitandone fortemente l’efficacia.
In altre parole: non bastano piccoli miglioramenti. Se si vuole davvero affrontare l’emergenza climatica, la direzione è una sola, e passa per la diffusione massiccia delle auto elettriche a batteria.
Idrogeno: grande potenziale, ma non ancora realtà
Lo studio prende in esame anche le auto alimentate a idrogeno. In teoria, se l’idrogeno fosse prodotto con elettricità da fonti rinnovabili, queste auto potrebbero ridurre le emissioni dell’79% rispetto ai veicoli a benzina. Il problema è che oggi, in Europa, quasi tutto l’idrogeno disponibile proviene dal gas naturale. In questo scenario, la riduzione effettiva si ferma a un modesto 26%.
Serve quindi una produzione su larga scala di idrogeno “verde” per rendere questa tecnologia davvero competitiva sul piano climatico. Ma, almeno per ora, il futuro prossimo è scritto a batteria.
Oltre i miti: servono dati, non slogan
Uno dei meriti principali dell’analisi ICCT è fare chiarezza in un dibattito sempre più confuso, dove i dati vengono spesso manipolati o letti in modo parziale. “Di recente abbiamo visto i leader dell’industria automobilistica distorcere i calcoli sulle emissioni delle auto ibride. Ma l’analisi lungo il ciclo di vita non è un gioco dove ognuno sceglie le proprie regole”, ha dichiarato Georg Bieker, ricercatore senior dell’ICCT.
L’organizzazione punta il dito contro l’uso selettivo di dati e ipotesi poco realistiche: come ignorare l’evoluzione del mix elettrico durante la vita utile di un veicolo, o considerare valori di consumo lontani da quelli reali. “I consumatori meritano informazioni accurate e fondate su dati scientifici”, aggiunge Bieker.
Un futuro già scritto?
La direzione è chiara, e lo studio ICCT la ribadisce con forza. Se l’Europa vuole davvero decarbonizzare il settore più inquinante del suo sistema dei trasporti – quello delle auto private, responsabile di circa tre quarti delle emissioni –, l’unica via davvero efficace è l’elettrificazione su larga scala.
Grazie al continuo miglioramento dell’efficienza delle batterie, al calo delle emissioni nella generazione elettrica e al crescente impegno normativo, le auto elettriche stanno diventando sempre più pulite, anno dopo anno. Non si tratta più di una scommessa sul futuro: è una realtà in movimento. E più si accelera, più si risparmia. Anche in CO₂.