La Francia si spinge oltre per incentivare il passaggio all’elettrico, sperimentando un modello di finanziamento pubblico che ha tutte le potenzialità per essere uno strumento di welfare a livello europeo. Anche l’Italia sta cercando strade da percorrere in questa direzione. Panoramica sulla novità.
I dati Eurostat parlano chiaro: nel 2023 oltre il 16% della popolazione si è trovata in forte difficoltà economica, avendo a disposizione meno del 60% del reddito mediano nazionale. In altri termini, oltre 71 milioni di cittadini europei sono stati e sono a rischio povertà. E in questo scenario c’è uno strumento che ha tutto il potenziale per essere quantomeno una boa di salvataggio. Impiegato dal 2023 in Francia per incentivare il passaggio dall’auto tradizionale all’elettrico, il leasing sociale rappresenta una formula di prestito ideata per le famiglie a basso reddito che spesso non riescono ad ottenere un finanziamento. Un sistema, questo, che ha ottenuto un successo oltre le aspettative, con il Ministero dell’Ambiente francese che si è visto costretto a sospendere le domande in attesa di nuovi finanziamenti.
Proprio sulla scia del modello francese, anche l’Italia sta cercando strade da percorrere in questa direzione, con Stellantis e Citroen che stanno sperimentando formule innovative di noleggio per consentire anche ai meno abbienti di stipulare contratti di noleggio a lungo termine proprio su modelli di auto elettriche o ibride. Insomma, seppur con qualche applicazione qua e là, il leasing sociale si sta dimostrando uno strumento valido. Perché allora non regolamentarlo a livello europeo? La risposta arriva proprio da Bruxelles: «Considerando che si tratta di un modello relativamente nuovo, la Commissione non sta attualmente pianificando un quadro di linee guida sul leasing sociale» spiega Roxana Minzatu, vicepresidente esecutiva della Commissione e responsabile per i diritti sociali.
Tuttavia, essendo uno strumento che potenzialmente potrebbe aiutare gli Stati membri a raggiungere obiettivi sociali e di sviluppo sostenibile, l’Ue ha deciso di tenere una porta aperta: ad ogni modo, infatti, sarà possibile «finanziare progetti pilota di leasing sociale a livello europeo tramite meccanismi di finanziamento esistenti, come il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo sociale europeo Plus, a condizione che tali iniziative soddisfino i criteri necessari di tali meccanismo di finanziamento» fa sapere Bruxelles. Dunque, non tutto è perduto, anzi. Ma adesso la palla passa a Stati e Regioni, che nei prossimi mesi dovranno avanzare proposte in questa direzione e permettere a quei 71 milioni di cittadini europei di tirare una boccata d’aria.