04.07.2023
Il ministro: “Sono stupito ma il governo andrà avanti”
Roma, 4 lug. (askanews) – Il contenuto della lettera con cui lo scorso 26 giugno quattro autorevoli esperti hanno annunciato le loro dimissioni dal Clep, il Comitato per l’individuazione dei Livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale (propedeutici all’attuazione dell’Autonomia regionale differenziata), è piombata come una tegola sul progetto di riforma del ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli.
Non solo per il profilo dei quattro esponenti (Giuliano Amato e Franco Gallo, ex presidenti della Corte Costituzionale, Alessandro Pajno, ex presidente del Consiglio di Stato, e Franco Bassanini, ex ministro della Funzione pubblica), ma anche per la denuncia del fatto che “restano irrisolti alcuni problemi di fondo” del progetto.
Secondo i firmatati, infatti, “prima della attribuzione di nuove specifici compiti e funzioni ad alcune Regioni con le corrispondenti risorse finanziarie”, è necessaria “la determinazione di tutti i Lep attinenti all’esercizio di diritti civili e sociali e la definizione del loro finanziamento, secondo i principi e le procedure dell’art. 119 della Costituzione”. Per i quattro esperti, infatti, non è sufficiente basarsi sui precedenti ma occorre che vengano individuati “i nuovi Lep necessari per assicurare effettivamente il superamento delle disuguaglianze territoriali nell’esercizio dei diritti civili e sociali. Vi sono infatti materie nelle quali il legislatore non ha mai proceduto a determinare Lep e molte altre nelle quali questa determinazione è stata parziale. E non è mai stato fatto il lavoro di comparazione complessiva dei Lep con le risorse finanziarie, volta a definire quali livelli essenziali effettivamente sono assicurabili a tutti, senza discriminare nessuno o creare insostenibili oneri per la finanza pubblica”.
Amato, Bassanini, Gallo e Pajno hanno concluso che “finchè non sono stati determinati tutti i Lep, e non sono stati ridefiniti, in relazione ai loro costi standard, gli strumenti e i modi per assicurare a tutte le Regioni una effettiva autonomia tributaria che consenta loro di finanziare integralmente i Lep medesimi, la effettiva portata di quei principi resta indeterminata e indeterminabile”.
Il testo della lettera, divenuto pubblico soltanto oggi, ha dato la stura alle critiche delle opposizioni, da sempre contrarie al progetto.
“Le dimissioni di Amato, Bassanini, Gallo e Pajino – ha scritto Marco Sarracino, deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale del Pd – dovrebbero far riflettere il centrodestra su quanto sia dannosa per l’Italia la loro proposta di autonomia differenziata che lentamente sta naufragando. Cos’altro deve accadere ancora affinchè si fermino? Ormai non si contano più le palesi criticità di un progetto che per quel che ci riguarda non fa altro che aumentare le disuguaglianze sociali e territoriali”.
Secondo Mara Carfagna, presidente di Azione, “l’ultimo forte ed autorevole schiaffo all’autonomia differenziata di Calderoli arriva da due ex presidenti della Corte costituzionale, un ex presidente del Consiglio di Stato e un ex ministro. Il colpo da ko a una riforma iniqua e sbagliata, con molteplici criticità e profili di rischio, tra cui il nodo irrisolto del finanziamento di tutti i Lep prima del trasferimento delle competenze alle Regioni e il ricorso all’iniquo criterio della spesa storica”.
Toni simili dal M5s. Secondo Roberto Fico, ex presidente della Camera dei deputati e presidente del Comitato di garanzia del Movimento, “le dimissioni di quattro membri dal Comitato che dovrebbe occuparsi di definire i Livelli essenziali delle prestazioni sono un campanello d’allarme da non trascurare. Il ministro Calderoli dimostra di volere una riforma di parte, utile a soddisfare soltanto i nostalgici della secessione leghista. Questa autonomia si conferma profondamente pericolosa per la tenuta sociale ed economica del Paese”.
E per Peppe De Cristofaro, senatore dell’Alleanza Verdi Sinistra, “le dimissioni dei quattro autorevoli esponenti dal Clep rendono necessari ulteriori approfondimenti da parte della Commissione Affari Costituzionali del Senato dove è incardinata la legge voluta dal Ministro Calderoli. Non si può approvare una legge come questa senza aver definito prima il perimetro, i costi e i fabbisogni standard per tutti”.
La pubblicazione della lettera e le conseguenti critiche hanno dunque reso inevitabile la presa di posizione del ministro Calderoli. “Sono francamente stupito, sorpreso e rammaricato – ha spiegato il ministro ad Affariitaliani.it -. Mi avevano mandato una lettera segnalandomi che non avrebbero partecipato ulteriormente ai lavori del Clep senza però dirmi che si sarebbero dimessi”. La loro decisione, ha aggiunto il ministro, “mi coglie di sorpresa, avevamo concordato un percorso e di colpo hanno assunto questa posizione”. Ma in ogni caso, ha assicurato Calderoli, il progetto dell’autonomia differenziata non subirà alcuno stop: “Erano 62 membri nel comitato e ora ne restano 58, ancor più motivati nella definizione dei Lep e nel raggiungimento dell’obiettivo. Per la prima volta da 22 anni finalmente si risolve il tema cruciale dei Lep che interessa lo Stato, le Regioni, ogni ente locale e soprattutto i cittadini. Porteremo a casa questo risultato di civiltà. Il governo va avanti, ce ne faremo una ragione delle loro dimissioni, sperando che il gesto non abbia un risvolto squisitamente politico”.