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Economia

Bce attacca il Bitcoin: “Un castello di carte, valore reale zero”

22.02.2024

Articolo paventa nuovi rischi di bolla e di usi illeciti

Roma, 22 feb. (askanews) – Duro attacco della Bce contro il Bitcoin, il più noto dei criptoasset. Un approfondimento sul blog dell’istituzione rileva che non ci sono dati sui fondamentali di mercato dello stesso, che non c’è un valore di riferimento in base al quale si possano fare previsioni. Che rischia di essere in una nuova bolla speculativa e che la recente risalita dei prezzi mostra più che altro “l’efficacia della lobby” che gli sta dietro. Inoltre si presta a usi illeciti e a danni all’ambiente.

La “capitalizzazione di mercato” del Bitcoin in realtà “quantifica il danno sociale che si verificherà quando il castello di carte crollerà”. E in definitiva vale “zero”. Sono le argomentazioni usate da due funzionari della divisione Infrastrutture di mercato e di pagamento della Bce, Ulrich Bindseil e Juergen Schaaf, in un articolo intitolato “L’approvazione dell’Etf sul Bitcoin-i nuovi vestiti nascosti dell’imperatore”.

Fanno una lunga lista di valutazioni negative, per usare un eufemismo. “Il Bitcoin non è riuscito a mantenere la promessa di essere una valuta decentralizzata digitale e ancora oggi difficilmente si può utilizzare per trasferimenti legali. L’ultima approvazione di un Etf – affermano gli autori – non cambia il fatto che il Bitcoin non è auspicabile come mezzo di pagamento o come investimento”.

Per i sostenitori del noto criptoasset l’approvazione lo scorso 10 gennaio da parte della Securities and Exchange Commission (l’equivalente Usa della Consob) di un Etf sul Bitcoin “conferma che è un investimento sicuro e che il rally è la prova di un trionfo inarrestabile. Contestiamo entrambe le tesi e riteniamo che il valore reale del Bitcoin resti zero. Per la società un nuovo ciclo di bolla del Bitcoin è una prospettiva cupa. E il danno collaterale sarà massiccio, incluso a livello ambientale e sulla redistribuzione di ricchezza alle spese dei meno preparati”.

“E’ importante che le autorità proteggano la società da riciclaggio, dai Cyber crimini e altri reati, dalle perdite finanziarie per le persone meno preparate e da estesi danni ambientali”, aggiungono i due economisti della Bce.

La presa di posizione giunge mentre la Bce resta impegnata nei preparativi per il possibile lancio dell’euro digitale, sulla cui creazione non è stata ancora raggiunta una decisione formale ma che sembra sempre più negli intenti dell’istituzione e di altre autorità europee. Da anni diversi esponenti della Bce negano che i cripto possano essere catalogati tecnicamente come valute, perché non ne avrebbero le caratteristiche.

A fronte di queste argomentazioni, dal settore dei criptoasset giungono tesi in senso opposto e il rilievo che le banche centrali vedono nei cripto una sorta di rivale alle monete ufficiali. Tanto più alle future versioni digitali.

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