13 Ottobre 2024
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Cronaca, Sicurezza

Bel Paese, brutte carceri

02.05.2024

Carcere per persone pericolose a Milano.

Deteniamo 60.637 carcerati in spazi adatti a 51.347, i suicidi hanno già superato i record precedenti nello stesso periodo dell’anno e il profilo delle vittime è ancora più allarmante: emarginati, giovani e stranieri. L’approfondimento sull’indagine.

Il sistema penitenziario italiano è al collasso: tra suicidi e sovraffollamento, la situazione nelle carceri è drammatica. Questo è quanto emerso e denunciato dal XX rapporto dell’associazione Antigone, presentato il 22 aprile e Roma. «La situazione delle carceri italiane, che emerge da un lavoro di monitoraggio che nel 2023 ci ha portato a visitare 99 istituti presenti in Italia, è drammatica», ha spiegato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.

Una realtà, questa, che emerge anche dai dati del Ministero della Giustizia: al 31 gennaio 2024, il numero dei detenuti nel nostro Paese ammontava a 60.637, mentre i posti nelle carceri erano 51.347. Insomma, i numeri parlano chiaro, e il sovraffollamento è evidente. Per citare un esempio su tutti, sempre nello stesso periodo di riferimento, la Casa Circondariale di Roma “Regina Coeli” ospitava 1.099 individui, contro i 611 posti disponibili. Ma quello di Roma non è un caso isolato: una situazione analoga la vivono le carceri “San Vittore” di Milano, quello di Lecce e quello di Taranto, che presentano centinaia di detenuti in più rispetto alla capacità ricettiva. «Da tempo – prosegue Gonnella – chiediamo che il tema venga posto al centro dell’agenda politica e si affrontino i tanti problemi che stanno deflagrando in maniera evidente». Particolarmente allarmante, poi, è l’aumento dei suicidi registrati nei primi mesi di quest’anno, che ha già visto 30 casi, 10 in più rispetto allo stesso periodo del 2022, anno che era stato definito “record” in quanto ben 85 detenuti si erano tolti la vita. E l’associazione Antigone avverte: se questa tendenza dovesse confermarsi per il resto dell’anno, il 2024 segnerebbe un altro tragico record.

Un dato, questo, che stride contro le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel 2019 aveva visto l’Italia tra i Paesi con il tasso di suicidi più basso, ma che corrisponde con quelli del 2021 elaborati dal Consiglio d’Europa, secondo cui il nostro Paese è al di sopra della media europea per i suicidi in carcere. A rendere più allarmante questa situazione è il profilo delle vittime: giovani e stranieri. E spesso, a posteriori, si rivelano vittime provenienti da contesti difficili e da situazioni di grande marginalità. La fotografia che emerge, dunque, è quella di carceri come luoghi sovraffollati e degradati, dove le persone sono ammassate. Ed è urgente che il tema del sistema penitenziario venga posto al centro dell’agenda politica, affinché si affrontino i numerosi problemi che emergono in modo sempre più evidente e prevenire ulteriori tragedie legate ai suicidi. Perché, anche se spesso si tende a dimenticarlo, dietro le sbarre ci sono persone.

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