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Cultura

Cambia tutto. Si ritorna alle origini, valli e montagne diventano una scelta smart

03.05.2023

Giovani e non solo, creano impresa nei territori dove mancano i servizi. C’è chi torna alle origini e chi scommette sul futuro.

Oltre 10 milioni di abitanti risiedono in territori montani, dove le problematiche che emergono in metropoli, grandi e piccoli centri urbani, si amplificano sia per ragioni logistiche che economiche. Lo svuotamento dei comuni di montagna è dovuto, nella maggior parte dei casi, alla mancanza di servizi essenziali. L’ultimo appello, lanciato da UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani), riguarda l’assistenza sanitaria di prossimità. «Non mancano solo i medici di medicina generale nelle valli. L’emergenza pediatri è gravissima e va a toccare la stabilità delle famiglie sui territori, oltre che aumentare la percezione di insicurezza» – ha dichiarato il presidente nazionale Marco Bussone.

Eppure, nei giovani c’è voglia di tornare a vivere in territori aperti, nel verde naturale. E gli esempi non mancano, anzi, se ne contano sempre di più. C’è chi torna alle origini e chi sceglie di ripartire nei piccoli paesi per una esigenza tutta personale. Ci sono molti più laureati, anche in rifugi alpini, ristoranti, tra i campi e le foreste. Alcuni fanno impresa in modo tradizionale, altri abbinano i vantaggi delle tecnologie digitali. Lavorano con l’e-commerce, arrivano da esperienze fatte all’estero. Sanno cosa sono i “luoghi di comunità”, dunque il legame con il territorio. Un piccolo ma robusto esercito di persone convinte e motivate, che in molto casi contribuiscono a tenere in vita gli agglomerati di valli e montagne.

Tante le storie meritevoli di essere raccontate. Come quella di Giorgio Paglione, apprezzato autore di un libro di poesie, che a 26 anni ha deciso di fare ritorno nel suo paese molisano, a Capracotta, per aprire la sua “Piccola impresa di Comunità“, vero centro multiservizi e di aggregazione. A Ostana, borgo della Valle Po davanti al Monviso, il forno mancava da 40 anni. Flavio e Chiara si sono trasferiti dalla pianura per riaprirlo e ora esportano anche fuori dall’Italia i loro prodotti. Alcune attività sono di natura esclusiva e vero patrimonio. Giorgina Somale, 45 anni, con la figlia, ha avviato a Usseglio, poco più di 200 anime, l’unica produzione italiana di rabarbaro per liquori. Esempio di innovazione il Laboratorio di Tintura naturale La Robbia, ad Atzara nel nuorese. Merito di un giovane, Maurizio Savoldo, che ha recuperato l’antica arte tintorica riscoprendo antiche alchimie botaniche. In Valle Pesio, Luciano Ellena, mulattiere che rifornisce i rifugi delle Aree Protette Alpi Marittime in modo sostenibile, a dorso di mulo, ha appena inaugurato la prima scuola per mastri mulattieri in Italia. A Roccasalli, frazione di Accumuli in provincia di Rieti, dopo il sisma, tre sorelle, Julia, Azzurra e Fiamma Antonucci, hanno dato vita a Ubi Maior, azienda agricola che produce zafferano di alta qualità. Nel verde non può mancare il richiamo alla sostenibilità. A Domegge è nata la prima stazione di terapia forestale riconosciuta sul territorio veneto. L’ha creata Barbara Castagnera con l’Azienda Agricola Damos.

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