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Salute

Cannabis, una lotta senza fine tra pro e contro

23.04.2023

Un dibattito mai risolto, condizionato da ideologie e ipocrisie. Ma l’impiego migliore della cannabis resta quello terapeutico.

In ogni governo c’è chi solleva grandi polveroni e si affanna a promuovere disegni di legge. Ma la sostanza è che si resta sempre saldamente ancorati al DPR 309 del 09/10/1990, il Testo Unico delle Leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope. Per gli antiproibizionisti il colpo più duro arriva nel 2021. L’allora presidente Giuliano Amato lo dichiara inammissibile, destinando 500.000 firme al bidone della spazzatura. Inutile scendere nei particolari dei perché: i quesiti referendari sarebbero stati scritti con i piedi. Il problema è che non sono concepibili i referendum faziosamente arzigogolati. E così la legalizzazione della cannabis ha fatto la fine di quello sull’eutanasia, rinviando tutto alle Camere, dove la strada è da sempre impervia.

Quello sulla cannabis è destinato a restare uno scontro solo ideologico. Da una parte il blocco della sinistra, che ansima in favore della legalizzazione, dall’altra la destra, che è stata sempre contraria. E oggi è al potere, con il Governo Meloni che già preannuncia proposte di inasprimento delle pene. Insomma, siamo sempre in alto mare.

Chi è a favore della legalizzazione? Tutti quelli che sostengono che in questo modo è possibile sottrarla all’illegalità e alle mafie, ridurre l’insicurezza, aumentare in misura esponenziale le entrate fiscali per lo Stato con migliaia di nuovi posti di lavoro, incrementare il controllo sulla qualità del prodotto. Chi è invece contro? Chi pensa che equivalga a un aumento della domanda, alla creazione di una cultura, al dilagare della dipendenza, agli effetti perversi del THC su sistema immunitario, fertilità, malattie cardiovascolari, sulle alterazioni cerebrali. Insomma, anche sulle motivazioni restiamo in alto mare. C’è anche chi ha pensato di consultare i cittadini con il sondaggio. Ma anche qui si rischia lo scontro ideologico tra le agenzie pro e contro, e il rischio che da qualsiasi percentuale si alzi il puzzo della più sfacciata faziosità.

A Nicola Gratteri, Procuratore di Catanzaro, piace portare un tema giuridico fuori dalle aule dei tribunali, al centro dei suoi numerosi incontri con i giovani delle università. Per lui è falso parlare di droghe leggere e droghe pesanti. Lo sostiene, dal punto di vista biochimico, anche Silvio Garattini. La marijuana di oggi non è quella dei figli dei fiori. Il tetraidrocannabinolo è quasi tre volte più forte di allora. E noi siamo in linea. Perché mai avvelenare il cervello in età evolutiva dei ragazzini? Perché assottigliare la corteccia cerebrale dei nostri figli e nipoti? Perché comprare la droga al mercato nero a 4 euro al grammo, se ci accorgiamo che in farmacia legalizzata ne costa 10? Perché far piangere migliaia di famiglie distrutte? Cui prodest, direbbe il Seneca della Medea, se non a chi pensa ipocritamente di trarne vantaggi elettorali? Ecco perché occorre ripensarci con più equilibrio. Ecco perché pensiamo che la migliore cannabis non sia quella ingannevolmente ricreativa, ma bensì quella terapeutica. Per chi ne trae grande sollievo a dolori e sofferenze, anche se a caro prezzo finale per la sua salute.

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