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Cronaca, Scienza e tecnologia

ChatGPT non possiede un cervello matematico

28.07.2024

La tecnologia più evoluta al mondo si scopre uno studente tremebondo davanti al compito in classe. Scrive bene, inventa poesie, risponde a tono e riesce pure a disegnare, ma non ci sa fare con i numeri. Le motivazioni degli inventori.

Davvero non ci potevo credere, ancor prima di scovare per caso un articolo che confermava la mia esperienza digitalmente bizzarra. Insomma, è vero: gli algoritmi che guidano l’intelligenza artificiale non sanno la matematica. O quantomeno non la sanno ancora. Non ci credete neppure voi? Ebbene: provate allora fare la stessa cosa, ovvero dare a ChatGPT una serie di numeri da sommare per arrivare al risultato in amen. Pensavo fosse così, almeno: erano numeri piccoli che mi avrebbero costretto a un po’ di operazioni sulla calcolatrice, cosa che spesso provoca errori e il ripartire a fare i conti da capo.

E allora eccoli in pasto all’IA, lei sicuramente non avrebbe avuto difficoltà, è sicuramente più brava di tutti noi. E invece no: una somma che un cervello elettronico avrebbe dovuto fare in un battito di ciglia ha provocato una pensata di almeno una ventina di secondi, con rotellina annessa. E poi, quando finalmente è arrivata la somma finale, ecco la scoperta: era sbagliata. Com’è stato possibile? Per esserne sicuro ci ho provato altre due-tre volte e con operazioni diverse, ma niente da fare: l’intelligenza artificiale ha le orecchie da somaro. Roba da far rabbrividire il mio professore al liceo. Dopodiché ho trovato l’articolo, sul New York Times, che ha confermato come la tecnologia più evoluta al mondo sia per ora come uno studente tremebondo davanti al compito in classe. Per carità: sa scrivere bene, inventarsi poesie, rispondere a tono e pure disegnare. Ma questo essere pensante fatto di numeri, coi numeri non ci sa ancora fare. E la cosa è talmente pazzesca che neppure gli inventori delle varie IA negano il fattaccio, che spiegano con una semplicità disarmante: i vari chatbot sono stati inventati per determinare delle probabilità a velocità supersonica, ma davanti alle regole non sanno bene cosa fare. Sono ribelli, insomma. E questo perché le reti neurali che imitano il funzionamento del cervello umano, apprendono dai dati. Senza freni.

Gli esperti sono al lavoro, e di recente hanno annunciato che la nuova versione di ChatGPT ha migliorato la sua precisione in materia al 64%, contro il 58% di quella precedente. Immaginate se i vostri figli venissero a casa dopo quel compito in classe tutti contenti per aver preso un 6-… Con l’IA non può finire a tirate d’orecchie, ma la questione pare comunque seria: c’è anche chi, come Yann LeCun di Meta, sostiene che i modelli generativi mancano di logica e buon senso, per cui è quasi impossibile che imparino a risolvere problemi, teoremi o equazioni. E persino l’uomo che ha sviluppato il supercomputer Watson di IBM, sostiene che la tecnologia del futuro è pazzesca per le sue abilità linguistiche ma non sarà mai un campione di precisione. È la rivincita degli insegnanti di matematica, con alcuni di loro che usano gli errori dei chatbot per spronare gli studenti a battere i computer. Io, nel frattempo, continuo a digitare sulla calcolatrice: sbaglierò qualche volta, ma almeno il cervello è il mio.

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