Giù il vecchio deposito di via Terracini, su una nuova struttura per l’accoglienza delle persone vulnerabili nei momenti più critici dell’anno. A Bologna si lavora a un progetto concreto pensato per affrontare le emergenze legate al clima, un tema sempre più urgente anche in ambito urbano.
Nei giorni scorsi la Giunta comunale ha approvato un’integrazione alla convenzione con Acer, l’Agenzia Casa Emilia-Romagna, per la demolizione di un prefabbricato comunale fatiscente, attualmente adibito a semplice deposito, e per l’allestimento dello spazio dove sorgerà un nuovo centro temporaneo. Non una struttura qualunque, ma un presidio pronto a offrire riparo a chi non ha una casa nei periodi di freddo intenso, caldo estremo o in caso di eventi meteorologici particolarmente severi.
Il Piano allerte climatiche
L’intervento rientra nell’ambito del Piano allerte climatiche del Comune di Bologna, che da alcuni anni integra le politiche sociali con quelle ambientali. L’obiettivo è garantire assistenza rapida ed efficace a chi si trova in condizioni di fragilità, senza attendere che l’emergenza diventi drammatica. La nuova struttura, che dovrà essere operativa già dal primo dicembre 2025, potrà accogliere fino a 100 persone e andrà a compensare i posti che non saranno disponibili nel prossimo inverno in altri centri della rete cittadina.
Il Comune ha affidato ad Acer il compito di procedere alla dell’area, chiedendo tempi rapidi: si tratta infatti di un tassello importante all’interno di un sistema di accoglienza che si attiva ogni anno nei mesi più difficili. Il Piano Freddo, ad esempio, già nell’inverno 2023-2024 aveva messo a disposizione circa 250 posti aggiuntivi per persone senza dimora, in aggiunta ai circa 550 normalmente disponibili. Con i cambiamenti climatici che stanno rendendo più frequenti sia le ondate di gelo sia quelle di calore, il Comune punta a rafforzare questa rete e a renderla più flessibile, in grado di adattarsi anche a nuove forme di rischio climatico.
Secondo Arpae Emilia-Romagna, gli eventi meteorologici estremi sono in costante aumento nella regione, e le città devono essere in grado di fronteggiarli anche dal punto di vista della protezione civile e dell’assistenza alle persone più esposte. In quest’ottica, l’intervento in via Terracini si inserisce in un piano più ampio di gestione integrata delle emergenze, che comprende anche la preparazione di spazi per tendopoli, moduli abitativi temporanei e aree di prima accoglienza.
Bologna sta dunque cercando di farsi trovare pronta. Se tutto andrà come previsto, dal prossimo dicembre via Terracini non sarà più sinonimo di abbandono, ma un luogo dove chi ha bisogno potrà trovare un riparo, anche solo per una notte.