16.04.2023
Bocciata la linea che voleva un anticipo dell’abbandono dei fossili
Roma, 16 apr. (askanews) – Il G7 si è impegnato oggi ad abbandonare i combustibili fossili più velocemente e ha esortato altri paesi a seguire l’esempio, ma non è riuscito a concordare nuove scadenze per porre fine al ricorso a fonti di energia inquinanti come il carbone. Un impegno senza denti, però, quello che esce dalla riunione ministeriale che si è tenuta a Sapporo, nel nord del Giappone.
Il linguaggio utilizzato nel comunicato finale licenziato dopo la riunione, in realtà, riflette le profonde differenze esistenti tra i Sette in merito al fragile equilibrio necessario all’azione per il clima e il mantenimento di una sicurezza energetica.
Dopo due giorni di colloqui, i ministri del clima e dell’ambiente del blocco hanno promesso di “accelerare l’eliminazione graduale dei combustibili fossili senza sosta in modo da raggiungere lo zero netto nei sistemi energetici entro il 2050 al più tardi” e di “invitare altri a unirsi a noi nel compiere la stessa azione”.
Ma, al di là degli impegni di principio, non sono state fornite nuove scadenze rispetto a quelle già fissate, compresa quella di porre termine in gran parte all’uso di combustibili fossili per la generazione elettrica entro il 2035.
Il ministro francese per la transizione energetica Agnes Pannier-Runacher ha affermato – secondo quanto riporta l’agenzia di stampa France Presse – che la formulazione di “eliminazione graduale” è comunque un “forte passo avanti” in vista dei vertici del G20 e della COP28 di quest’anno. “Il progresso più importante che abbiamo fatto – ha proseguito – è chiaramente il fatto che accettiamo di abbandonare i combustibili fossili senza compensazione di carbonio”.
Gran Bretagna e Francia avevano proposto il nuovo obiettivo di porre fine all’energia a carbone “senza sosta” – che non prende provvedimenti per compensare le emissioni – nei sistemi elettrici del G7 in questo decennio. Ma eventi come la guerra in Ucraina hanno portato altri membri, tra i quali anche il presidente di turno del G7, cioè il Giappone, e gli Stati uniti, a dire no a questa formulazione.
Il G7 quindi continuerà ad avere come orizzonte temporale per passare a emissioni zero nette il 2050.
I ministri sono stati messi pressione per annunciare passi più ambiziosi dopo che un importante rapporto sul clima delle Nazioni unite ha avvertito il mese scorso che si potrebbero registrare aumenti di 1,5° C della temperatura media in circa un decennio senza un’azione “rapida e di vasta portata”.
Tuttavia i leader del G7 hanno affermato lo scorso anno che le “circostanze eccezionali” della guerra in Ucraina hanno reso gli investimenti nel gas “appropriati come risposta temporanea”.
La dichiarazione di oggi contiene un linguaggio simile, ma stabilisce anche più parametri attorno a tali investimenti e sottolinea il “bisogno primario” di “riduzione della domanda di gas”.
Il ministro dell’Energia giapponese Yasutoshi Nishimura, che ha presieduto la riunione, si è detto soddisfatto della dichiarazione finale. “Durante questa crisi energetica senza precedenti, è necessario che facciamo progressi contemporaneamente sulla questione del cambiamento climatico e sulla sicurezza energetica”, ha sostenuto, dicendosi contento che il G7 abbia riconosciuto “percorsi diversi” verso la neutralità carbonica.
Il Giappone, tuttavia, ha anche subito una sconfitta, perché il gruppo ha ritirato la sua approvazione esplicita alla strategia di bruciare idrogeno e ammoniaca assieme ai combustibili fossili per ridurre le emissioni. Nel comunicato si segnala solo che “alcuni paesi stanno esplorando” l potenziale dell’idrogeno.
Anche i tentativi di impegnarsi a dimezzare le emissioni dei veicoli nel G7 entro il 2035 sono falliti, ma il gruppo si è impegnato per la prima volta a porre fine al nuovo inquinamento da plastica entro il 2040