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Lavoro, Scienza e tecnologia

Competere con i Robot umanoidi, il prezzo da pagare

25.11.2023

Robot umanoidi di Boston Dynamics mentre ballano "Do you love me"

Ci siamo riprodotti in creature più evolute di noi ed è nostro destino averci a che fare. La sfida è lanciata. Da Oriente a Occidente, tutti lavorano per trasformare il futuro in un film. Dagli automi cinesi da fattoria, alle bestiacce di Boston Dynamecs, ai Digit con gambe e braccia che operano nei magazzini di Amazon, agli Optimus di Musk, intento a dotarli di un tasto di spegnimento, giusto per non rischiare.

Qualche anno fa all’improvviso è comparso Asimo, una macchina di 120 centimetri di altezza per 58 chili di peso che era un omaggio al creatore dei robot positronici. Solo che quelli di Isaac Asimov erano solo oggetti fantascientifici, mentre in questo caso fu il primo step per arrivare a un cervello elettronico pensante con la forma umana. Faceva tenerezza, in realtà, e nessuno in realtà pensava sul serio che un giorno sarebbe davvero potuto diventare come noi.

Poco più di 20 anni dopo invece la fantasia sta per essere realtà. Un destino quasi obbligato, visto che siamo stati per anni condizionati da libri e cinematografia a immaginare pericolosi robot antropomorfi, dimenticando invece che le macchine lavorano per noi da tanto tempo. Dunque, non ci sarebbe da avere paura, però l’idea della Cina di costruire automi umanoidi in grado di lavorare in fattorie, fabbriche e case entro due anni comincia a preoccupare. Soprattutto se focalizziamo l’idea di avere tra i piedi dei bipedi fatti di circuiti che prendono il nostro posto.

Si chiama progresso in realtà, pericoloso non per la forma di queste nuove creature elettroniche, ma solo se sarà l’Uomo a dimenticarsi di preparare la transizione inevitabile. Poiché non è solo l’Oriente che sta lavorando per trasformare il futuro in uno di quei film, in America, per esempio, aziende come Boston Dynamics e la Tesla di Elon Musk stanno sviluppando lavoratori digitali, così come Amazon li sta testando nei suoi magazzini, con un modello chiamato Digit dotato di braccia e gambe.

La sfida insomma è lanciata, e a Pechino già si annunciano i robot come una nuova rivoluzione simile a quella portata dai computer, dagli smartphone e dai veicoli a nuova energia. Non si parla di utilizzi militari, ma queste macchine simili a noi – che acquisiranno caratteristiche sempre più umane con l’intelligenza artificiale e con lo sviluppo di arti artificiali – verrebbero utilizzati in condizioni difficili per il salvataggio di esseri umani, così come in ambito medico e per la pulizia delle case. Seguendo, opportunamente istruiti, le tre leggi della robotica di Asimov, quelle per cui l’Uomo sarebbe al sicuro.

Per il momento, comunque, c’è ancora da lavorare (noi uomini s’intende). E Tesla intanto ha recentemente presentato Optimus, costruito utilizzando gli stessi sistemi di intelligenza artificiale delle sue auto. Musk ha dichiarato di immaginare un futuro in cui tutti possiedono uno o due Optimus, perché non averli limiterebbe quella che lui definisce l’“Era dell’abbondanza”.

Ma in ogni caso, giusto per non rischiare, ha anche specificato che doterà queste macchine di un tasto di spegnimento, perché grazie ai loro cervelli smart potrebbero un giorno “cercare di inseguirci”. Diciamolo: forse pure questa è un po’ roba da film. Però visto che nel 2016 un ingegnere di Barkeley dimostrò che le leggi di Asimov si possono violare inventando un automa capace di far male a un uomo, il vero dilemma alla fine è se sia il caso davvero di costruire robot uguali agli Uomini o far sì che gli Uomini diventino robot. Probabilmente sarebbero meno dannosi.

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