07.08.2024
Gli studenti stranieri presenti nelle scuole italiane sono cresciuti del 76%. Moltissimi di loro pensano solo in italiano e non più nella lingua d’origine. Per loro l’italianità è puro sentimento. Il dilemma di vivere nel limbo, dove status giuridico e identità percepita non coincidono.
Nel corso dell’ultimo ventennio è cresciuto dell’oltre 76% il numero di studenti stranieri nelle scuole italiane. Il che, ci porta a una doppia riflessione: da una parte il successo dell’integrazione; dall’altra l’importanza del ruolo della scuola. Ma procediamo con ordine. Secondo i dati più recenti messi a disposizione dall’Istat, quasi la metà degli studenti stranieri nati nel nostro Paese (47,5%) o arrivati dall’estero tra gli 0 e i 5 anni (48%), pur non avendo la cittadinanza italiana dichiarano di sentirsi tali. Complementare e altrettanto interessante la percentuale di studenti che, invece, dichiara di pensare in italiano e non nella propria lingua madre: sempre secondo i dati Istat, in totale sono il 63,4%. Dunque, status giuridico e identità percepita spesso non coincidono.
Un’analisi condotta dall’impresa sociale “Con i bambini” ha messo in luce uno dei fattori decisivi che porta a un’integrazione di successo: l’amicizia e il tempo trascorso fuori da scuola con bambine e bambini di cittadinanza italiana. In questo senso, l’oltre 86% degli studenti stranieri ha dichiarato di passare il proprio tempo con amici italiani. Insomma, numeri e fatti che dovrebbero far pensare a un riuscito inserimento sociale.
Leggendo questi dati, dunque, emerge con una certa chiarezza l’importante ruolo giocato dalla scuola in questo contesto. Ma con il numero di studenti stranieri che aumenta, l’istituzione scolastica e gli insegnanti si sono trovati di fronte a una sfida sempre più grande. In questo scenario, a lungo, gli insegnanti si sono sentiti soli nell’affrontare le difficoltà che derivano classi sempre più numerose e con più stranieri, ma recenti disposizioni sembrano prendere di petto la questione.
Nello specifico, le nuove linee guida del Ministero dell’Istruzione e i nuovi orientamenti previsti per esempio dal DL 71/2024 mettono in luce l’importanza di docenti specializzati nell’insegnamento dell’italiano come seconda lingua e nella formazione interculturale. Educatori, insomma, che non solo supportino gli studenti stranieri nell’apprendimento della lingua, ma che comprendano e facilitino l’integrazione delle diverse culture. Iniziative che, nel complesso, riflettono un impegno crescente verso inclusione e integrazione.