Mercoledì 22 ottobre, alle 12:00, migliaia di italiani accederanno alla piattaforma gestita da Sogei per richiedere gli incentivi all’acquisto di auto elettriche. Non è solo una corsa al bonus: il click day mostra la domanda reale di elettrico nel Paese e quanto l’Italia dipenda ancora da interventi temporanei per sostenere una transizione che, altrove in Europa, procede su basi più solide.
Il pacchetto di aiuti 2025, finanziato con 597 milioni di euro (fino a 11 mila euro per i privati), copre circa 39 mila veicoli. Pur rilevante, rappresenta solo una parte delle risorse necessarie a modernizzare un parco auto di oltre 40 milioni di veicoli. Il click day diventa così un indicatore non solo di domanda, ma anche di quanto la strategia nazionale resti frammentata.
Europa in accelerazione, Italia in ritardo
Nel primo semestre 2025, le immatricolazioni di veicoli elettrici in Europa occidentale hanno superato 1,19 milioni, con una quota di mercato del 17,4%. La crescita è supportata da modelli più accessibili e da una rete di ricarica in espansione, oggi pari a 19,5 punti ogni 100 km. Paesi come la Norvegia superano il 90% di quota di mercato tra le nuove vendite.
In Italia, la quota di mercato delle auto elettriche si attesta al 5,2% (al 30 settembre 2025), con un’infrastruttura di ricarica di 13,2 punti ogni 100 km e un’età media del parco auto di 12,8 anni. La crescita (+28,9% di immatricolazioni nei primi nove mesi 2025) è significativa, ma la base di partenza resta bassa: l’Italia corre, ma partendo da una posizione di svantaggio evidente.
La Cina e la sfida globale
A settembre 2025, la produzione cinese di veicoli elettrificati ha rappresentato il 46,1% delle vendite totali, con esportazioni in forte aumento. Colossi come Byd hanno registrato in Europa un incremento del 280% delle immatricolazioni nei primi otto mesi dell’anno.
Questa dinamica mette pressione all’industria europea. Gli impianti europei funzionano in media al 55% della capacità, in Italia al 35%, sotto la soglia di redditività. Senza interventi mirati, la competitività industriale europea rischia di essere compromessa. È un monito chiaro: la sfida dell’elettrico non è solo ambientale, ma strategica e industriale.
La necessità di una visione strutturale
Anche superando le 90 mila nuove immatricolazioni nel 2025, il parco italiano di auto elettriche resterà inferiore a 370 mila unità, una quota molto limitata rispetto al totale circolante.
Il click day mostra che la domanda di auto elettriche in Italia c’è, ma affrontare la transizione richiede molto di più di incentivi occasionali. La vera sfida è strutturale: servono politiche fiscali stabili, che rendano l’elettrico davvero conveniente; una rete di ricarica capillare, con colonnine ad alta potenza diffuse sul territorio; e una strategia industriale coordinata, basata su innovazione ed efficienza produttiva, per rafforzare la competitività europea.
Il click day conferma l’interesse degli italiani per l’elettrico, ma evidenzia anche quanto sia pesante la sfida: senza strategie infrastrutturali e industriali solide, la transizione rischia di avanzare troppo lentamente e di far perdere terreno all’Italia rispetto al resto d’Europa e del mondo.