05.05.2023
Diecine di vertenze aperte, Jabil e Dema tra le più gravi. Lo stallo del settore industriale manifatturiero regionale non demorde.
Sono 29 le vertenze aperte sul territorio regionale della Campania. Le crisi di Jabil e del Gruppo Dema le più gravi, in attesa della risoluzione ormai vicina per l’ex Whirlpool. Cipputi non abita più in Campania. La crisi del settore industriale manifatturiero regionale è sotto gli occhi di tutti: decine di vertenze aperte, fabbriche che rischiano la chiusura, altre hanno fermato già l’attività produttiva lasciando gli operai senza lavoro. E la disoccupazione in Campania aumenta: in particolare nel settore metalmeccanico rischia di subire una vera e propria emorragia. Secondo uno studio presentato nel 2020 da Cgil e Ires Campania sulle crisi nel 2019 che hanno investito il settore industriale, era già evidente che il comparto metalmeccanico fosse in grave difficoltà. Su 120 realtà produttive, nelle quali erano occupati 20.900 lavoratori coinvolti in processi di crisi e ristrutturazione, i licenziamenti già effettuati erano oltre 1.600.
Gli esuberi dichiarati, in particolare in rapporto ai contratti di solidarietà operanti, invece, oltre 4.700. Oggi le stime dei sindacati parlano di una situazione peggiorata di almeno il 30 per cento. La Fim Cisl nel suo rapporto di pochi mesi fa sullo stato di crisi nel settore metalmeccanico ha evidenziato che la Campania è la regione in Italia con il maggior numero di vertenze, ben 29. E i sindacati lanciano l’ennesimo grido d’allarme.
«I tantissimi tavoli di crisi aperti in Campania e mai risolti dai diversi Governi di questi ultimi anni — dicono Fim, Fiom e Uilm Campania — evidenziano che esiste in Italia una emergenza dell’Industria metalmeccanica campana. Il 2023 è iniziato nello stesso modo in cui si è concluso l’anno 2022, con l’aggravante che molte delle crisi aperte rischiano di concludersi drammaticamente con l’espulsione dal lavoro di migliaia di lavoratrici e lavoratori. La Campania — ricorda il sindacato — è stretta fra il lavoro che manca, le crisi industriali e la crisi energetica che strozza le famiglie».