24.11.2023
L’Arma dei Carabinieri proprio in questi giorni ha terminato la sperimentazione su uno “smartwatch” concepito per fornire sostegno in caso di pericolo. Si attiva con un semplice click che manda una segnalazione immediata a una pattuglia.
Il tema della violenza sulle donne è tornato tragicamente attuale in seguito all’efferato omicidio di Giulia Cecchettin, con opinione pubblica e istituzioni che stanno provando a trovare nel modo più efficace possibile i rimedi utili per arginare un fenomeno pericolosamente frequente. Tra chi si è mosso attivamente già da tempo ci sono i Carabinieri, che proprio in questi giorni hanno terminato la sperimentazione su uno smartwatch concepito per fornire sostegno in caso di pericolo.
Il dispositivo si chiama “Mobile Angel”: annunciato proprio dai Carabinieri nello scorso marzo (il progetto era partito a dicembre 2022 dopo una studio iniziato addirittura nel 2018), è ora a disposizione di chi sia vittima di violenze di genere. Il Comando Provinciale dell’Arma di Torino spiegò all’epoca: «L’obiettivo è mettere a disposizione uno strumento efficace per permettere ai Carabinieri di intervenire tempestivamente. Allo stesso tempo consente di accrescere la percezione di sicurezza da parte delle donne che in passato hanno subito violenze e maltrattamenti, nella consapevolezza di poter contare su interventi tempestivi a fronte di situazioni di emergenza». Ora il progetto è pronto per passare alla fase successiva, ossia essere concretamente a disposizione delle donne che devono sopportare condizioni di pericolo e angoscia. Nel corso del 2022 era stato testato da 50 volontarie che abitano nei pressi di Torino, Milano e Napoli, tutte reduci da situazioni critiche nel loro personale passato. Si parla di aggressioni e persecuzioni da parte di conviventi, ex compagni, figli con problemi di tossicodipendenza e addirittura un caso di rapporto degenerato tra medico e paziente.
Il funzionamento di “Mobile Angel” è tanto semplice quanto immediato. L’orologio è infatti collegato al proprio smartphone, in particolare a una app che inoltra ai Carabinieri una immediata richiesta di intervento. Per attivarla è sufficiente premere un pulsante dello smartwatch, il quale però ha modo anche di intuire situazioni di pericolo grazie al movimento di chi lo indossa: in caso di movimenti «anomali», come uno strattone o una caduta, l’allarme parte in automatico. La localizzazione della vittima avviene poi tramite GPS. Il tutto è stato spiegato in una conferenza stampa durante la quale il comandante provinciale dei Carabinieri di Milano, Pierluigi Solazzo, ha dichiarato: «Questo dispositivo si è già rivelato fondamentale per la tutela di una vittima vulnerabile in almeno un’occasione. L’intervento di una pattuglia ha indotto uno stalker ad allontanarsi velocemente. I reati riconducibili alla violenza di genere stanno vivendo un aumento preoccupante. È quindi fondamentale una maggiore consapevolezza delle vittime, che non devono avere paura di chiedere aiuto e se è il caso ricorrere allo strumento della denuncia». Donato Cafagna, Prefetto di Torino, ha aggiunto: «Le donne vittime di violenze di genere devono sentirsi al centro di una rete istituzionale. Devono sentirsi protette, sempre e comunque, e non devono più sentirsi sole nella loro condizione di disagio».