Per anni ci hanno detto che la chiave per salvare il pianeta era nei piccoli gesti quotidiani: andare in bici, cambiare dieta, riciclare con attenzione. Ma un nuovo studio del World Resources Institute (WRI) ribalta questa narrativa: senza politiche pubbliche adeguate e infrastrutture a supporto, le scelte individuali riescono a ridurre le emissioni solo del 10%.
Un contributo importante, ma decisamente insufficiente per affrontare da soli la crisi climatica.
Come spiega Mindy Hernandez, direttrice del Living Lab for Equitable Climate Action, “essere consumatori migliori è solo una parte della storia. Oggi dobbiamo essere anche cittadini migliori: votare, mobilitarci, spingere per cambiamenti sistemici”.
Il WRI ha analizzato anche uno scenario altamente ottimistico, in cui i comportamenti sostenibili si diffondessero rapidamente e capillarmente. In quel caso, il contributo delle scelte personali potrebbe spingersi fino al 12–16% di riduzione delle emissioni.
Un numero comunque lontano da ciò che servirebbe per raggiungere gli obiettivi climatici globali.
Non tutte le scelte personali hanno lo stesso peso. Alcune, come riciclare o usare borse riutilizzabili, danno una soddisfazione immediata ma hanno un impatto limitato. Al contrario, le azioni davvero efficaci — ridurre il consumo di carne, scegliere trasporti pubblici o bici, installare pannelli solari — sono più impegnative e spesso non accessibili a tutti. Senza sostegni pubblici e privati — come incentivi per il solare o investimenti in reti ciclabili — la transizione rischia di rimanere un privilegio per pochi.
Superare la falsa opposizione: individui contro sistema
Uno dei meriti più grandi del rapporto è smontare una vecchia dicotomia: non è “o cambiamento individuale o cambiamento sistemico”, ma entrambe le cose insieme.
Concentrarsi solo sui gesti quotidiani, scaricando la responsabilità sui cittadini, ha ritardato l’adozione di politiche strutturali. Lo vediamo chiaramente oggi, con il Green Deal europeo in difficoltà sotto il peso di proteste e interessi economici.
In un momento critico come questo, ridurre incentivi al fotovoltaico o rallentare gli investimenti nelle colonnine di ricarica è esattamente il contrario di ciò che serve.
Eppure, c’è anche spazio per l’ottimismo: secondo l’International Energy Agency, il 2025 vedrà nuovi record nell’energia solare e una crescita esplosiva dell’eolico offshore, trainati da paesi come India, Cina e Brasile.
Quando i governi investono in soluzioni strutturali, i comportamenti individuali si adeguano rapidamente. A Bogotá, la rete di piste ciclabili ha trasformato la bici in un mezzo di trasporto quotidiano. Nei Paesi Bassi, incentivi mirati hanno portato il solare sui tetti di milioni di abitazioni.
Il vero messaggio: cambiare le regole del gioco
Il messaggio finale del WRI è chiaro e potente: le scelte individuali contano, ma non bastano.
Per affrontare davvero la crisi climatica, dobbiamo cambiare le regole del gioco: sostenere politiche coraggiose, chiedere reti di trasporto sostenibili, votare chi difende il clima, partecipare attivamente alla pressione su governi e aziende.
“Quando le condizioni giuste vengono create — conclude Hernandez — le scelte sostenibili seguono. Ed è lì che il vero cambiamento mette radici”.