12 March 2025
/ 12.03.2025

Disastro del Mare del Nord: omicidio colposo per il comandante, ma si alleggerisce il bilancio ambientale

Buone notizie dal mare del Nord, dove sembrano attenuarsi i timori di una catastrofe ambientale a seguito della collisione, avvenuta a poche miglia dalle coste britanniche dell’Inghilterra nordorientale, tra la nave cargo tedesca battente bandiera portoghese Solong e la petroliera Stena Immaculate. Contrariamente a quanto detto in un primo momento, il cargo non trasportava cianuro di sodio, una sostanza altamente tossica. Lo ha comunicato la compagnia Ernst Russ, proprietaria della portacontainer, in una nota diffusa nelle ore successive all’incidente: “Confermiamo che a bordo c’erano 4 container vuoti che in precedenza hanno contenuto la sostanza chimica pericolosa”, si legge nel comunicato.

Nel comunicato, inoltre, Ernst Russ ha espresso le proprie condoglianze alla famiglia del membro dell’equipaggio del Solong disperso, dopo che ieri sono state interrotte le ricerche. Il marittimo viene infatti dato per morto dalle autorità britanniche, come ha riferito alla Camera dei Comuni il viceministro responsabile per il trasporto in mare Mike Kane che ha anche sottolineato come al momento nel tratto di mare teatro della collisione non risultano al momento segni evidenti di inquinamento.

Kane ha comunque sottolineato come siano state predisposte delle misure di contrasto all’inquinamento marino e aereo. “Una volta spento l’incendio sulla Solong, inizieremo a metterle in pratica”, ha aggiunto Kane. Intanto lo Yorkshire Wildlife Trust, ente che gestisce due importanti riserve naturali lungo il tratto di costa interessata dall’incidente, ha affermato di non aver ancora visto alcuna prova che il carburante disperso sia arrivato a riva. Stando agli esperti, sono determinanti nel causare o meno un danno ambientale la direzione del vento e il movimento delle maree. Nella zona si trovano la riserva di Spurn Head e quella di Flamborough Cliffs, che ospitano diverse specie di animali protetti.

Mentre sembrano rientrare i rischi di affondamento delle due navi, sull’incidente proseguono le indagini di polizia e Guardia Costiera, sfociate nell’arresto per il sospetto di “omicidio colposo derivato da negligenza grave” del comandante della Solong che, in navigazione fra la Scozia e il  porto olandese di Rotterdam, ha centrato su un fianco la petroliera svedese Stena Immaculate – affidata per questo viaggio alla società di trasporti americana Crowley e noleggiata dal  Pentagono per il trasporto di 220.000 barili di carburante per jet militari altamente infiammabile (cherosene) mentre questa era all’ancora al largo delle coste inglesi, di fronte al porto di Hull. Una fonte del governo britannico citata dal Daily Telegraph ha affermato che al momento nulla indica un’azione deliberata all’origine della collisione.

L’arresto del comandante della Solong, che secondo i media britannici è di nazionalità russa, è scattato dopo la dichiarazione di morte presunta di un marittimo della stessa nave, indicato ieri sera come unico disperso di un incidente da cui sono stati tratti in salvo gli altri 36 membri dei due equipaggi.  La Bbc da parte sua fa sapere di aver appreso che a bordo della portacontainer c’erano marittimi di varia nazionalità, fra cui “russi e filippini”; mentre sulla Stena Immaculate c’era di sicuro almeno un americano.

Intanto, i sopravvissuti del devastante incendio che è scoppiato in seguito alla collisione hanno parlato alla Bbc di un “inferno” a bordo della petroliera. Uno dei membri dell’equipaggio della nave ha rievocato i momenti mentre con i suoi colleghi cercava di domare le fiamme ma di fronte all’impossibilità di controllare il rogo è stata presa la decisione di raggiungere la scialuppa di salvataggio e abbandonare la Stena con le fiamme ormai arrivate ovunque. L’uomo ha raccontato anche di alcuni marittimi che si sono bruciati i capelli nelle fasi convulse dell’evacuazione.

“Le operazioni di soccorso proseguono”, ha intanto dichiarato Heidi Alexander, ministra dei Trasporti del governo inglese di Keir Starmer, confermando che le fiamme non sono ancora del tutto spente. La ministra, per altro verso, è stata più cauta di Kane sui pericoli d’inquinamento, sottolineando come vi siano “aggiornamenti costanti” sul monitoraggio della zona e come – pur in assenza di segnali  evidenti di addensamenti significativi – resta da capire dove le  correnti e le maree porteranno la parte di carico di cherosene  della petroliera finita in acqua.

CONDIVIDI

Spazio Adv

Continua a leggere