Stanno facendo molto discutere in queste ore i giudizi trancianti nei confronti di gay, migranti e femministe espressi dal generale Roberto Vannacci nel libro Il mondo al contrario che sta improvvisamente scalando le classifiche di Amazon.

Il tema non è essere d’accordo con i giudizi espressi da Vannacci. Io personalmente non lo sono.
Il tema è stabilire se quello che è scritto nell’articolo 21 della nostra Costituzione, norma che astrattamente riconosce a tutti il diritto di esprimere liberamente le proprie idee e opinioni con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo della diffusione nel rispetto dei limiti e senza offendere la dignità delle persone, riceva poi concreta applicazione.

In una democrazia mal si concilia l’idea del pensiero unico perché a tutti deve essere riconosciuta la possibilità di pensarla diversamente, anche su temi estremamente sensibili sui quali ovviamente le parole debbono essere attentamente calibrate e argomentate ancor di più quando si trattano argomenti che involgono considerazioni di carattere scientifico come recentemente avvenuto nel caso dei vaccini.

Brandire però la minaccia di un procedimento disciplinare, come sta avvenendo nel caso del generale Vannacci, significa voler sposare l’idea del politicamente corretto così conculcando quel diritto che, come detto, l’articolo 21 riconosce a tutti.

È la democrazia bellezza.