La cucina sostenibile nel Regno Unito ha perso una delle sue pioniere più autentiche. Skye Gyngell, la chef che ha trasformato l’idea stessa di gastronomia britannica spingendo l’intero settore verso stagionalità, agricoltura rigenerativa e zero sprechi, è morta sabato 22 novembre a 62 anni per un tumore. La famiglia l’ha ricordata come “una visionaria che ha influenzato generazioni di chef e coltivatori, invitandoli a riflettere sul legame tra cibo e terra”.
Nata a Sydney nel 1963, figlia del dirigente televisivo Bruce Gyngell, si forma a Parigi alla scuola La Varenne di Anne Willan, per poi passare da cucine prestigiose come il Dodin-Bouffant e, nel Regno Unito, il French House e il Dorchester sotto Anton Mosimann. Già agli inizi il suo stile è chiaro: eleganza senza fronzoli, pulizia di sapori e un’adesione quasi militante alla stagionalità.
La stella Michelin
Il riconoscimento più noto arriva nel 2004, quando diventa head chef del Petersham Nurseries Café, il ristorante-giardino di Richmond dove mette a punto una cucina “di terra”, raffinata ma radicata nei cicli naturi. La Michelin la premia nel 2011, ma Gyngell sente quella stella come un peso, non come una consacrazione. La definirà “una maledizione” e nel 2012 lascia il locale chiedendo apertamente di non essere più candidata: troppe aspettative, poca libertà.
La sua strada riparte nel 2014 con l’apertura di Spring, a Somerset House: qui porta alle estreme conseguenze la sua filosofia culinaria. Stagionalità ferrea, piatti essenziali, attenzione totale alla riduzione dello scarto. La partnership con la fattoria biodinamica Fern Verrow e lo Scratch Menu del 2016 – creato per valorizzare gli “scarti nobili” – la collocano tra i riferimenti internazionali della cucina rigenerativa. E dal 2018 Spring diventa uno dei primi ristoranti britannici completamente plastic-free.
Parallelamente, dal 2012 guida l’offerta gastronomica di Heckfield Place, resort nel Hampshire, dove lavora a stretto contatto con modelli agricoli organici e biodinamici. Qui il ristorante Marle ottiene la Green Michelin Star nel 2022, mantenuta fino al 2025: un riconoscimento che certifica l’impegno reale del progetto, non un esercizio di stile.
I suoi quattro libri
Gyngell è stata anche food editor di “Vogue”, firma dell’”Independent on Sunday” e autrice di quattro libri diventati riferimento per chi vuole cucinare in modo etico senza sacrificare l’eleganza. Importante anche il suo contributo sociale: sostegno a StreetSmart dal 2014 e collaborazione con The Felix Project dal 2022 nella lotta alla povertà alimentare.
Se oggi la gastronomia britannica parla con naturalezza di stagionalità, filiere pulite, suolo vivo, spreco zero e riduzione della plastica, lo deve anche alla traiettoria tracciata da Skye Gyngell. Una chef che ha scelto la terra più delle stelle.
