2 Settembre 2025
/ 2.09.2025

“Israele sta commettendo un genocidio a Gaza”

L’International Association of Genocide Scholars (IAGS), una delle principali comunità accademiche a livello mondiale sul tema dei genocidi, ha approvato una risoluzione che afferma senza mezzi termini che Israele sta commettendo un genocidio nella Striscia di Gaza

Una presa di posizione che difficilmente passerà inosservata. L’International Association of Genocide Scholars (IAGS), una delle principali comunità accademiche a livello mondiale sul tema dei genocidi, ha approvato una risoluzione che afferma senza mezzi termini che Israele sta commettendo un genocidio nella Striscia di Gaza. A sostegno di questa conclusione vengono citati i bombardamenti massicci che hanno colpito anche obiettivi civili, la distruzione di infrastrutture essenziali e il blocco sistematico degli aiuti umanitari, con conseguenze devastanti per la popolazione. Secondo l’Associazione internazionale degli studiosi dei genocidi, che opera dal 1994, la carestia indotta e l’uso della fame come arma di guerra rientrano a pieno titolo nella definizione di genocidio così come stabilita dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 1948.

La risoluzione è stata approvata con l’86% dei voti favorevoli tra i membri che hanno partecipato alla consultazione, più di un quarto degli iscritti all’associazione. Il documento richiama l’attenzione su un dato ormai consolidato: a Gaza decine di migliaia di civili hanno perso la vita, oltre 50.000 bambini sono rimasti uccisi o feriti, e intere comunità vivono in condizioni di isolamento, senza accesso regolare ad acqua, cibo e cure mediche.

Il giudizio della Corte Internazionale di Giustizia

Il tema non è nuovo nelle aule della giustizia internazionale. La Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), chiamata a pronunciarsi su un ricorso presentato dal Sudafrica, ha già definito “plausibili” alcuni elementi di genocidio e ha imposto a Israele misure provvisorie per garantire l’ingresso degli aiuti umanitari. La decisione finale richiederà probabilmente anni, ma intanto si accumulano i pronunciamenti di organizzazioni indipendenti come Amnesty International e Human Rights Watch, oltre alle denunce di numerose ONG israeliane e palestinesi.

Israele, da parte sua, respinge le accuse definendole false e diffamatorie. Il governo insiste nel presentare le operazioni militari come un’azione di autodifesa contro Hamas, sottolineando che ogni esercito democratico ha il diritto di proteggere i propri cittadini dagli attacchi terroristici.

Gli obblighi imposti dalla Convenzione sul genocidio

In realtà le resistenze a usare il termine genocidio hanno un motivo preciso. Definire genocidio una guerra non significa soltanto alzare i toni del dibattito pubblico: ha conseguenze concrete sul piano del diritto internazionale. Il termine attiva obblighi precisi per gli Stati firmatari della Convenzione sul genocidio, aprendo la strada a possibili azioni legali e mettendo sotto pressione governi e istituzioni che finora hanno mantenuto un atteggiamento ambiguo. Anche il personale dell’Ufficio ONU per i Diritti Umani ha chiesto ai vertici dell’organizzazione di rompere gli indugi e riconoscere apertamente la gravità di quanto sta accadendo a Gaza.

Ora, visto che si moltiplicano le istituzioni e le organizzazioni che affermano che a Gaza si sta consumando un genocidio, la comunità internazionale è pronta a intervenire per rimuovere le cause del problema, o continuerà a voltarsi dall’altra parte? E se i Paesi occidentali, Stati Uniti in testa, continueranno a mantenere inalterati i loro rapporti di collaborazione, anche militare, con una Israele decisa a occupare le terre dei palestinesi, come potranno evitare che le loro posizioni vengano percepite come neocolonialiste da una larga maggioranza dell’umanità, portando al rafforzamento di un’alternativa globale in cui Cina e Russia hanno un ruolo determinante?

CONDIVIDI
filippo-cesarini-RyKnhwO7wMw-unsplash
history-in-hd-cTz5-T7voqQ-unsplash

Continua a leggere