18 Novembre 2025
/ 18.11.2025

Ecovillaggio Montale, il quartiere che sperimenta il futuro

Un progetto che mescola bioarchitettura, materiali avanzati, pannelli fotovoltaici, bacini d’acqua, siepi e giardini come infrastrutture naturali, con l’obiettivo di creare un ecosistema urbano capace di adattarsi al clima che cambia

A Montale, alle porte di Modena, c’è un quartiere che ha preso la strada del futuro, un pezzo di città in cui la transizione ecologica è già routine quotidiana. Le case sono disegnate per consumare quasi nulla, gli spazi verdi sono ingegneria climatica, l’idea di fondo è che vivere sostenibile non significhi rinunce, bensì qualità. Ecovillaggio Montale è nato così: un progetto che mescola bioarchitettura, materiali avanzati, pannelli fotovoltaici, bacini d’acqua, siepi e giardini come infrastrutture naturali, con l’obiettivo di creare un ecosistema urbano capace di adattarsi al clima che cambia.

Il quartiere conta 146 appartamenti costruiti in classe A4, tutti nZEB (near Zero Emission Building), quindi edifici a energia quasi zero. L’ultimo completato è addirittura ZEB, con un fabbisogno energetico di appena 1 kWh al metro quadro annuo: numeri che, se confrontati con i consumi di una casa tradizionale in classe G, rendono evidente la differenza tra la città che abbiamo e quella che dovremmo costruire. Il mix tra efficienza, pannelli solari, pompe di calore, ventilazione controllata e soluzioni basate sulla natura produce un ambiente che mitiga il caldo, gestisce l’acqua piovana e restituisce comfort senza sprechi.

Un’estate più fresca

Chi vive nel quartiere lo percepisce nella pratica. In estate le temperature restano più basse rispetto alle zone circostanti grazie alla vegetazione diffusa e al disegno degli spazi. In inverno il riscaldamento è minimo, perché gli edifici trattengono il calore e lo distribuiscono in modo omogeneo. L’energia prodotta dai tetti fotovoltaici si accumula e si consuma in loco, riducendo al minimo la dipendenza dalla rete. L’idea, insomma, è quella di un microcosmo che tende all’autosufficienza, in cui l’ambiente costruito lavora insieme alla natura urbana per ridurre l’impronta ecologica.

È questo impianto culturale – una progettazione che anticipa le direttive europee sulle “Case Green” e porta nel presente ciò che molti immaginano ancora come futuro – ad avere attirato l’attenzione del mondo tecnico. Non a caso, lo scorso 5 novembre, durante la fiera Ecomondo di Rimini, Ecovillaggio Montale è stato insignito del Premio per lo Sviluppo Sostenibile 2025 nella sezione dedicata a decarbonizzazione e adattamento climatico. Un riconoscimento attribuito dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da Italian Exhibition Group, con la supervisione scientifica di una commissione che coinvolge Italy for Climate, Gse, Ispra ed Enea.

Un percorso lungo

Per gli ideatori, riuniti nella società benefit Bertuccia Srl, il premio è un passaggio che incoraggia un percorso più lungo. La scelta è infatti quella di continuare a migliorare le prestazioni degli edifici e di spingere su un modello abitativo che riduca al minimo gli impatti e massimizzi il benessere. Montale, in questo senso, non è una parentesi utopica: è uno dei primi tentativi italiani di trasformare davvero il modo in cui costruiamo e abitiamo. Un luogo che mostra come potrebbe essere la città se smettessimo di pensare alla sostenibilità come a un costo e iniziassimo a considerarla un investimento sulla nostra qualità di vita.

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