13 Febbraio 2025
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Mobilità

Effetto Salvini, micromobilità urbana in declino

11.02.2025

La mancanza delle linee guida peggiora gli effetti del nuovo Codice della strada

Sin dal loro arrivo sul mercato italiano i monopattini elettrici sono stati oggetto di molte critiche. E oggi tutto il settore della micromobilità si trova in un momento difficile: sa cosa deve cambiare, ma non come. Il nuovo Codice della strada, entrato in vigore il 14 dicembre scorso, ha infatti introdotto un’incertezza legislativa che nel giro di poche settimane ha già avuto un impatto consistente. Secondo le stime dell’Alleanza per la mobilità sostenibile, che include vari operatori di sharing, produttori e distributori, soltanto negli ultimi 30 giorni i noleggi hanno subito una flessione del 30% e le vendite hanno registrato una simile contrazione.

E dunque proprio in un momento storico in cui l’Unione Europea chiama gli Stati membri a sforzi congiunti per raggiungere gli obiettivi climatici e ambientali ancora difficili da raggiungere https://ultimabozza.it/respirare-e-un-atto-ad-alto-rischio/  , ecco che la confusione normativa rischia di frenare il processo, già avviato a fatica, verso una mobilità più verde.

Casco, assicurazione e targa: le nuove regole
Riepilogando gli ultimi obblighi, il Codice della strada firmato dal ministro Matteo Salvini impone alcune novità, come l’uso di casco, assicurazione e targa per i monopattini elettrici. Peccato però manchino le linee guida. Per esempio, se da un lato è obbligatorio l’utilizzo del casco – e il non indossarlo ha già portato alle prime sanzioni – dall’altro, per i veicoli in sharing, non è chiaro chi debba fornirlo.

Ancora, la questione targa: secondo le disposizioni, ogni mezzo dovrebbe essere dotato di una targa prodotta dalla Zecca di Stato, ma le modalità di registrazione e i costi associati sono ancora sconosciuti. Zone d’ombra anche per le assicurazioni, considerate eccessive dagli operatori del settore.

“Ci troviamo in un limbo normativo”, spiega Andrea Zaliani, Business Unit manager – Urban Mobility di Terravision Electric Spa. “Molti clienti ci contattano per chiedere come devono comportarsi, ma noi attualmente non abbiamo ancora a disposizione tutte le informazioni per dare risposte esaustive. Siamo in attesa delle linee attuative, e questo non fa che generare confusione sia negli operatori che negli utenti. Di qui l’impatto negativo”.

Ritorno alle vecchie abitudini?
Un’iniziativa, quella voluta dal Governo, che fatica a trovare un bilanciamento tra sicurezza per gli utenti della strada e tutela della sostenibilità. Indubbiamente si farà – e si è già iniziato a fare – qualche passo indietro: in molte grandi città il noleggio dei monopattini permetteva per esempio di non utilizzare la propria auto per i piccoli spostamenti. Oggi c’è più incertezza sul suo utilizzo.

A complicare ulteriormente il quadro, poi, si inserisce anche la questione relativa agli eco-bonus, incentivi che in passato hanno favorito l’acquisto di scooter elettrici: “Questi finanziamenti attualmente sono in stallo, ed è possibile che si sia un importante ridimensionamento. Noi come operatori abbiamo molte vendite ferme”, prosegue Zaliani, “perché i clienti non vogliono acquistare se non hanno la certezza di beneficiare del bonus”. Ed ecco che si torna a preferire mezzi tradizionali, a combustione fossile.

Il tutto in nome della sicurezza. “Partiamo dal fatto che non è il mezzo in sé pericoloso, ma come viene utilizzato. Demonizzarlo no, regolarizzarlo per andare a identificare il trasgressore sì, però andava fatto in modo diverso”, conclude Zaliani.

Resistenza al cambiamento: danni anche per l’ambiente
In questo scenario in cui le istituzioni hanno un rapporto delicato non solo con la micromobilità ma anche con la transizione verde in termini più generali, c’è un terzo attore coinvolto oltre agli operatori del settore e ai loro clienti: l’ambiente. I veicoli in sharing e in generale i mezzi leggeri, in gran parte a zero emissioni, hanno rappresentato e continuano a rappresentare una risorsa preziosissima per il contrasto all’inquinamento urbano e contribuiscono al raggiungimento delle soglie di emissione di CO2 fissate a livello europeo per il 2030.

Nello specifico, secondo uno studio condotto da Transport & Environment, un viaggio in monopattino elettrico riduce del circa 70% le emissioni di anidride carbonica rispetto a un viaggio in auto; dati analoghi si stimano anche per l’impiego di biciclette e di e-bike. Inoltre un effetto collaterale è la riduzione del numero di veicoli sulle strade, il che innesta un circolo virtuoso: meno mezzi inquinanti, meno traffico, meno inquinamento, maggiore efficienza energetica.

Insomma i dubbi sugli effetti ambientali del nuovo Codice della strada crescono.

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