16 Settembre 2024
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Cronaca, Sport

Eliṡìr Spalletti

07.09.2024

La nazionale batte i galli 3 a 1 sotto la Tour Eiffel in una partita leggendaria. Gli azzurri confermano il vizio di subire gol istantanei, dando l’impressione di un’Italia finita. Poi la metamorfosi prende spazio, lasciando gli ex campioni del mondo e il loro pubblico pietrificati di fronte a una squadra che sembra arrivare da un altro pianeta.

La Nazionale italiana di calcio ha ritrovato la sua identità al Parco dei Principi di Parigi, dove non vinceva da settant’anni, trasformando i primi 14 secondi da incubo in una partita da leggenda. I Blues, che possono vantare una lunga lista di top players in campo e in panchina, si sono arresi, battuti alla lunga sul terreno delle cose semplici, espresse con la qualità che i nuovi otto undicesimi, rispetto a quella che fu la squadra capitolata con la Svizzera all’Europeo, hanno saputo tradurre in gioco lineare ed efficace.

Votatosi al modulo con tre difensori (ma con Di Lorenzo ancora proposto, nonostante continui ad essere lontano parente del calciatore campione d’Italia), Luciano Spalletti ha fatto tesoro delle meditazioni estive e varato una formazione che ha avuto nella personalità collettiva l’arma vincente. Ognuno, nel suo ruolo, ha saputo cosa fare, come dialogare e aprire il gioco, facendo perno sulle fasce che hanno accompagnato puntualmente la fase offensiva. Ritrovata la lucida regia e la classe del redento Sandro Tonali, che con un tocco sontuoso ha confezionato l’assist per il pareggio firmato da Dimarco con un colpo balistico di rara bellezza, il centrocampo azzurro si è valso dell’inserimento di Ricci, sicuro ed elegante quanto produttivo in fase di interdizione, e di Frattesi che si è sganciato puntualmente per andare a infierire nella retroguardia transalpina fino a trovare il gol del sorpasso, mentre sulla fascia destra Cambiaso è stato protagonista di precisi cambi di gioco.

Nel 3-5-1-1 disegnato da Spalletti, si è speso come non mai Retegui, sostituto dell’infortunato Scamacca nell’Atalanta e in Nazionale, che il gol non lo ha trovato, ma ha aiutato la squadra a salire e servito a Frattesi il pallone del 2-1 in un’azione da manuale tutta di prima. Quanto a Lorenzo Pellegrini, uomo di appoggio sulla trequarti, ha sofferto nella parte iniziale del primo tempo ma è risultato utile e si è accollato il cosiddetto lavoro sporco, prima di lasciare il posto nell’intervallo a Giacomo Raspadori, scelto perché giocasse più vicino a Retegui e premiato dalla sua stessa indole con un inserimento vincente da attaccante vero, su assist del subentrato Udogie (difensore ventunenne veronese, in forza al Tottenham, il cui nome è Destiny) che gli ha permesso di gonfiare per la terza volta la rete e mettere il risultato in cassaforte. Che Italia e che partita sarebbe stata senza l’incredibile svarione iniziale commesso da Di Lorenzo, al quale Barcola ha soffiato il pallone portando in vantaggio la Francia dopo 14 secondi, con Donnarumma ancora impegnato a legare i guantoni? In altri tempi e con altri giocatori, l’avvio shock avrebbe abbassato il morale e piegato le ginocchia. In compenso e per fortuna, Calafiori nel ruolo di difensore centrale e Bastoni a sinistra si sono rilevati maturi al punto giusto, meritando e ripagando la fiducia del ct. Quanto a Donnarumma, non si discute. Eppoi, si sentiva a casa. Non più così Mbappé, costretto ad abdicare al ruolo di attore protagonista. Il primo atto della Nations League è in archivio, in attesa di conferma della bontà del nuovo corso azzurro.

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