01.07.2024
Battaglie, sportellate e scaramucce verbali hanno contraddistinto il weekend dei motori che finisce con esiti opposti tra i titani della velocità. Il campione Ducati si conferma tale all’università del motociclismo, ma l’impasse tra Verstappen e Norris in Austria sbilancia tutti gli equilibri. Vince Russell, Sainz sul podio, male Leclerc.
Una domenica memorabile per il mondo dei motori, in cui non si può fare altro che lustrarsi gli occhi per le battaglie, le sportellate e le scaramucce verbali che hanno contraddistinto i piloti di Formula 1 e MotoGP tornati per un weekend degli autentici eroi della velocità. Con esiti opposti, però, per quanto riguarda i risultati al traguardo: le due ruote confermano gli equilibri ormai acquisiti con Pecco Bagnaia in trionfo davanti a Jorge Martin, le quattro salutano il ritorno al successo della Mercedes e di George Russell. Il tutto a fronte di un podio inedito: secondo Oscar Piastri, terza la Ferrari di Carlos Sainz. Fuori dai punti Charles Leclerc, come Lando Norris. Quest’ultimo è però costretto al ritiro da Max Verstappen, quinto dopo il contatto tra i due che si stavano contendendo la vittoria del GP d’Austria. E ora addirittura la loro granitica amicizia rischia di vacillare.
Il primo a strappare gli applausi generali in una domenica che entrerà nella storia è però Pecco Bagnaia. Il campione Ducati ama Assen, l’università del motociclismo, e lo aveva dimostrato già venerdì fissando il nuovo record della pista. La conferma arriva nel corso dell’intero weekend, con la vittoria prima della Sprint Race e poi del GP d’Olanda. Jorge Martin è bravo a limitare i danni, portandosi al secondo posto già nel corso del primo giro (partiva quinto per una penalità) e non mettendo mai in discussione la piazza d’onore. La vittoria però non è mai a sua portata, tanto che conclude con oltre 3 secondi e mezzo di ritardo. E ora il vantaggio in classifica generale è di soli 10 punti.
Il vero spettacolo si consuma però alle loro spalle, dove almeno in quattro si contendono il terzo posto. Uno di loro è Marc Marquez, che lotta con la pressione dell’anteriore e una possibile penalità per track limits. Così cede la posizione a uno splendido Di Giannantonio, che però nel finale deve arrendersi al catalano e soprattutto a un Bastianini che negli ultimi 8 giri si trasforma nella solita “Bestia” e artiglia il podio dopo l’ennesima rimonta da urlo. Che non può che scatenare la gioia in casa Ducati, nei giorni in cui ha appreso del passaggio di Pramac alla Yamaha dal 2025.
Sembra decisamente diverso il clima a Spielberg, dopo un inizio di gara in apparenza disegnato apposta per regalare il trionfo a Verstappen sulla pista di casa Red Bull. Tanto più che al via Norris, Russell e Sainz si ostacolano, mentre Leclerc si tocca con Piastri ed è costretto a cambiare l’ala: trascorrerà l’intero GP nelle retrovie. In Austria però il degrado gomme si rivela maggiore rispetto alle attese, e questo contribuisce a sparigliare le carte.
Se, infatti, da un lato Hamilton viene penalizzato di 5 secondi per aver toccato la linea che demarca l’ingresso ai box, arriva la “grazia” per Verstappen dopo aver fatto inchiodare Norris al pit stop. Ma l’arrembante pilota McLaren non ci sta e si lancia all’inseguimento dell’amico-rivale, la cui seconda sosta si rivela alla fine effettivamente lenta. Da qui si accende un duello rusticano che potrebbe cambiare anche gli equilibri tra i due. Sotto pressione per la verve di Norris, Verstappen spiattella l’anteriore destra e deve affrontare gli ultimi giri in una posizione a cui non è abituato da anni: la preda braccata da un famelico cacciatore. E infatti, Lando ci prova ben quattro volte, sempre a curva 3. In un caso lo supera ma va lungo (e anche lui prende penalità), nell’ultimo Max non ci sta e lo centra. Entrambi forano una gomma, entrambi gettano la gara alle ortiche (sebbene l’olandese i suoi 10 punti se li porti a casa). Ma soprattutto entrambi danno la responsabilità all’altro.
«Mi ha rovinato la gara, e le regole vanno rispettate. Se sosterrà di non aver fatto niente di male, perderà il mio rispetto. Se dirà di essere stato stupido, non succederà», tuona Norris a fine gara. Di tutt’altro avviso Verstappen: «Si è buttato lui come una bomba, non si corre così». Resta il fatto che la penalità la prende Max, sebbene solo in teoria: i 10 secondi in più lo lasciano infatti quinto. Ma la F1 potrebbe aver scoperto due nuovi nemici.
Credito fotografico: Ducati.com, mercedesamgf1.com