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Cronaca

Eshkol Nevo: il terrorismo islamico non è solo un problema di Israele

08.10.2023

Lo scrittore, a Milano per Wired Next Fest, chiede minuto di silenzio

Milano, 8 ott. (askanews) – Ha chiesto al pubblico un minuto di silenzio per ricordare le vittime dell’attacco di Hamas in Israele. Lo scrittore israeliano Eshkol Nevo, autore di romanzi di successo tra i quali “Tre Piani” e “La simmetria dei desideri”, è ospite del Wired Next Fest al Castello Sforzesco di Milano. Invitato per un talk dal titolo “La democrazia in Israele”, sulla contestata riforma della giustizia voluta dal governo israeliano, Nevo ha parlato dell’attacco di Hamas contro la sua terra: “Beh, a dire il vero sono devastato – ha esordito – mi sono svegliato stamattina e ho ricevuto un messaggio in cui era scritto che il figlio di un mio caro amico è rimasto ucciso nella notte. Lo conoscevo da quando era bambino. Ho pensato a lui per tutta la giornata. Dopo aver finito di piangere, ho chiamato mia figlia. Mia figlia è nell’esercito israeliano adesso. Ha 19 anni. E piangeva anche lei perché una delle sue amiche è stata rapita nella Striscia di Gaza. Quindi è una giornata molto dura con sentimenti molto pesanti. Preoccupante, anche triste. È così che mi sento in questo momento”, ha raccontato Nevo, visibilmente commosso.

“Proprio ieri – ha aggiunto Nevo – mia moglie e le altre mie figlie, che erano con me a Torino per i miei impegni con la Scuola Holden, dovevano tornare in Israele, ma il loro volo per Tel Aviv è stato deviato a Cipro. Da lì sono state riportate a Torino”.

“Non sono un analista politico, sono uno scrittore e un padre – ha sottolineato – Questa forma di terrorismo islamico estremo non è solo un problema di Israele. Lo abbiamo visto accadere l’11 settembre negli Stati Uniti. L’abbiamo visto accadere a Londra. L’Isis, Al-Qaeda e Hamas fanno parte di questo Islam estremo e crudele. Un’ondata spietata e questo sicuramente non contribuisce alla pace perché ora mentre parliamo si verificano dei traumi e poi si verificano post-traumi e per superarli e arrivare a un accordo pacifico o anche solo per discuterne è necessario guarire le ferite e più ferite hai, più occorre guarire. Forse l’intera azione è stata un tentativo di interferire o di impedire la possibilità di una sorta di accordo di pace tra Arabia Saudita e Israele. Non lo so, come ho detto, non sono un politico, ma questo è il male, è il male puro”, ha concluso.

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