08.02.2024
La Lega non vota per protesta. Risoluzione con accuse per alcuni eurodeputati
Bruxelles, 8 feb. (askanews) – Il Parlamento europeo ha espresso oggi a Strasburgo, con una risoluzione non vincolante adottata dalla plenaria con 433 voti a favore, 56 contrari e 18 astensioni, la sua condanna dei continui sforzi russi per minare la democrazia nell’Ue attraverso varie forme di interferenza e campagne di disinformazione.
Gli eurodeputati della Lega non hanno partecipato al voto per protesta, denunciando in un comunicato per la stampa una “vergognosa strumentalizzazione da parte della sinistra, che ha inserito nel testo ‘fake news’ e allusioni contro la Lega, non solo mai dimostrate dai fatti, ma persino smentite dalla magistratura italiana”.
La risoluzione del Parlamento europeo evidenzia come Mosca stia reclutando alcuni eurodeputati come “agenti di influenza”, con l’obiettivo di dividere l’opinione pubblica europea, e come abbia creato un rapporto di dipendenza con alcuni partiti politici europei, anche tramite l’erogazione di finanziamenti, che agiscono quindi come amplificatori della propaganda russa e servono gli interessi della Russia.
Nel testo si esprime profonda preoccupazione per le recenti notizie diffuse dai media, secondo cui l’eurodeputata lettone Tatjana Zdanoka avrebbe agito come informatrice per il servizio federale di sicurezza russo, e si sottolinea che è fondamentale che sia il Parlamento europeo, sia le autorità lettoni, indaghino a fondo sulla questione, per determinare eventuali sanzioni e procedimenti penali adeguati. Si segnalano anche altri casi di eurodeputati che servono consapevolmente gli interessi di Mosca, anche attraverso false missioni di osservazione elettorale nei territori occupati dalla Russia.
Ricordando le rivelazioni e notizie in circolazione da anni e che riguardano tutta l’Europa, gli eurodeputati sottolineano come la Russia abbia trovato il modo, in violazione delle norme nazionali, di fornire finanziamenti significativi a partiti, movimenti, politici e funzionari in diversi paesi, per interferire e ottenere influenza nei loro processi democratici.
Questi finanziamenti avvengono attraverso la concessione di prestiti bancari, acquisti e accordi commerciali, e la facilitazione di attività finanziarie. La risoluzione elenca anche esempi di recenti tentativi di ingerenza russa in vari paesi, ad esempio attraverso la fornitura di narrazioni preconfezionate a partiti e politici di estrema destra in Germania e Francia, con l’obiettivo di minare il sostegno pubblico all’Ucraina. Gli eurodeputati sono anche preoccupati per la diffusa disinformazione e i contenuti illegali diffusi sulla piattaforma di social media X, ex Twitter.
Sul sostegno di Mosca ai movimenti secessionisti in Europa, i deputati sono estremamente preoccupati per le presunte relazioni tra l’amministrazione russa e i secessionisti catalani, compresi i rappresentanti del governo regionale in Catalogna e l’ex presidente regionale e attuale deputato europeo Carles Puidgemont. Il Parlamento europeo auspica che i casi relativi ai contatti tra gli eletti catalani in questione e i rappresentanti russi siano deferiti al comitato consultivo del Parlamento europeo sulla condotta degli eurodeputati per un ulteriore controllo.
Nella sua nota sul voto, la delegazione della Lega al Parlamento europeo afferma di aver partecipato al voto finale per non “prestare il fianco alla propaganda della sinistra già in campagna elettorale”, ma di aver votato i singoli emendamenti della risoluzione.
Ancora più critica l’europarlamentare ex leghista, Francesca Donato, ora nei non iscritti, secondo cui la risoluzione “è un vero e proprio documento maccartista che non ha precedenti per l’Europa, nemmeno durante il periodo della Guerra fredda”. Questo perché, afferma Donato, il testo approvato dalla plenaria “mette il bavaglio alla libertà di espressione anche dei Parlamentari. Sono stati messi alla gogna come ‘spie’ numerosi colleghi eurodeputati tra cui la collega lettone, Tatjana Zdanoka, l’ex governatore catalano Carles Puigdemont e gli Irlandesi Clare Daly e Mick Wallace: un documento degno della caccia alle streghe scatenata negli anni cinquanta del secolo scorso da senatore americano McCarthy”.
Sul fronte opposto, Brando Benifei, capodelegazione degli eurodeputati del Pd, ha sottolineato che “in un paragrafo della risoluzione, l’Eurocamera condanna i movimenti sospetti sollevati dalle inchieste giornalistiche del luglio 2019 riguardanti il tentativo di fare affari con il Partito di Putin da parte della Lega per Salvini premier. Le manovre dell’estrema destra europea, che in maniera più o meno palese, si avvicina al Partito del capo del Cremlino, sono un problema per la democrazia europea, un’ingerenza sui processi democratici dell’Unione”.
Per la Lega, ha concluso Benifei, “si tratta dell’ennesima umiliazione non solo su scala europea, ma anche nazionale, visto il voto positivo alla risoluzione da parte degli alleati di governo di Forza Italia e Fratelli d’Italia”.