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Cronaca

Europei Ludopatici, Stati complici, in Italia proliferano

22.10.2023

Il mondo dei giochi d’azzardo è sempre più possente e gli europei non riescono a farne a meno. Incrementi pubblicitari, pochi controlli, tanti investimenti e poche regole. Per ogni ludopatico ne soffrono le conseguenze almeno altri 8. L’Italia terreno fertile, crescono i “loot boxes”, rischiano i minori.

L’Italia è sesta al mondo per i numeri correlati al gioco d’azzardo. Un importo equivalente al 7 per cento del Pil italiano la cifra giocata in Italia nel gioco d’azzardo: 136 miliardi di euro. Se ne è parlato di recente al Palazzo delle Stelline a Milano in una iniziativa in cui l’associazione nazionale “Avviso Pubblico” ha presentato i dati e ha evidenziato che occorre informare maggiormente sul dilagare della ludopatia.

I gestori del settore sono in crescita e in Italia, rispetto ad altri Stati europei, c’è meno controllo. Inoltre, il gioco on line è ancora più accessibile anche a fasce fragili della popolazione. Serve una legge di riordino.

Con l’incremento delle pubblicità, con l’aumento dei centri di gioco, con le piattaforme on line sempre più ampliate, le persone, anche i minori, vengono sempre più stimolate a giocare d’azzardo in tutta Europa e gli enti locali si prendono tutte le criticità correlate al problema socioeconomico della ludopatia. Si stima che per ogni persona ludopatica ci siano, oltre al malato ludopatico, altre 8 persone minimo che ne soffrono le conseguenze tra familiari, amici, colleghi di lavoro. Nell’Unione europea solo la Francia ha una delle normative più restrittive sul gioco d’azzardo online, ma unicamente per tutelare gli interessi delle più importanti strutture di gioco fisiche, in presenza, sul proprio territorio.

La Commissione europea aveva presentato un Libro verde il 24 marzo 2011 sul gioco d’azzardo on-line nel mercato interno e il 14 luglio 2014 aveva adottato una Raccomandazione sui servizi del gioco d’azzardo on-line identificando i principi tesi a tutelare efficacemente i consumatori e aveva incoraggiato gli Stati membri dell’Unione europea a realizzare un livello elevato di protezione per i consumatori, gli utenti e i minori.
Purtroppo, gli Stati guadagnano una percentuale sui profitti del gioco d’azzardo e la normativa è variegata, farraginosa, differenziata. In Unione europea tra le best practices si è visto come vietare di pubblicizzare le vincite d’azzardo aiuti ad evitare un incremento di giocatori, così come il vietare di aprire centri di gioco d’azzardo nei pressi di realtà sensibili quali scuole, centri di aggregazione giovanile e senile possa ridurre il numero di ludopatici sul territorio.

Mancano però a livello internazionale, europeo, nazionale sufficienti controlli, e occorrono con urgenza nuovi interventi e strumenti normativi che siano ben raccordati tra gli Stati.

C’è dell’altro. Introdotte da diversi anni nell’ambito dei giochi online, le loot boxes (sostanzialmente, un concetto simile a quello della scatola premio, del contenitore pieno di oggetti, doni o regali di cui però non è possibile conoscere il contenuto in anticipo), hanno destato preoccupazioni in merito alla loro regolamentazione.

La vendita di questi “pacchetti misteriosi” in cambio di denaro reale, avviene spessissimo nei confronti di acquirenti minorenni.

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