Dopo decenni di abbandono, l’area dell’ex Fiera di Roma nel Municipio VIII si prepara a rinascere. Il 31 luglio sono partiti ufficialmente i lavori di bonifica e cantierizzazione, alla presenza del sindaco Roberto Gualtieri, dell’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia, del presidente del Municipio Amedeo Ciaccheri e dei rappresentanti del Fondo Orchidea, proprietario dell’area, e della società ARECneprix, incaricata della gestione dell’intervento. È il primo passo concreto verso la trasformazione di un relitto urbano in un quartiere contemporaneo e sostenibile, aperto al verde, ai servizi e alla socialità.
Tre fasi per trasformare l’area
Il cronoprogramma prevede tre fasi distinte, che si succederanno nell’arco di circa tre anni. Nella prima, della durata prevista di sette mesi, si procederà con la bonifica ambientale di tutti gli edifici esistenti, seguita dalla loro demolizione fino al livello del piano pavimentale. In questa fase sarà data particolare attenzione alla rimozione dei materiali inquinanti e al trattamento dei rifiuti secondo le normative più stringenti.
Nella seconda fase, che dovrebbe concludersi in circa tre mesi, verranno demolite le strutture interrate e i basamenti, operazione complessa che richiederà interventi mirati per garantire la sicurezza degli scavi. Infine, nella terza e più lunga fase, che durerà circa due anni e mezzo, si procederà alla rimozione delle strade interne e dei sottoservizi esistenti, nonché all’avvio vero e proprio della nuova edificazione. Questa fase prevede anche l’abbattimento progressivo delle mura perimetrali, con l’obiettivo di aprire l’area alla città e di integrarla nel tessuto urbano circostante.
La “Città della gioia”: un progetto ambizioso
Alla base dell’intervento c’è un masterplan dal titolo evocativo: “La città della gioia”, redatto da un team multidisciplinare composto da Acpv Architects, Arup, Asset e P’Arcnouveau. Il progetto è frutto del concorso indetto nel 2024, nell’ambito dell’accordo firmato nel 2023 tra Roma Capitale e il Fondo Orchidea.
L’area interessata ha un’estensione di circa 12,5 ettari, con una superficie utile lorda di oltre 44.000 metri quadrati. Di questi, l’80% sarà destinato a residenze, con una quota superiore ai 7.000 metri quadrati riservata all’housing sociale, mentre il restante 20% ospiterà attività direzionali e commerciali. Il progetto punta a un significativo incremento del verde urbano, con una superficie permeabile aumentata di circa il 50% (quasi 4 ettari in più rispetto a oggi).
Saranno realizzate due grandi piazze pubbliche, una su viale Tor Marancia e l’altra su via dei Georgofili, oltre a un polo dedicato ai giovani e alla formazione universitaria, in collaborazione con Roma Tre. Il nuovo quartiere sarà dunque un mix bilanciato di residenze, servizi, spazi aperti e infrastrutture culturali.
Un investimento da oltre 250 milioni
L’operazione è completamente finanziata con risorse private, per un importo superiore a 250 milioni di euro, a carico del fondo proprietario. L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato restituire alla città un’area strategica e da troppo tempo inutilizzata, dall’altro farlo nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale, qualità urbana e inclusione sociale. Una parte delle abitazioni sarà infatti destinata a canone calmierato, per favorire l’accesso alla casa anche da parte delle fasce di reddito medio-basse, oggi sempre più escluse dal mercato immobiliare romano. L’amministrazione comunale, ha spiegato l’assessore Veloccia, è al lavoro con la proprietà per la rapida approvazione del piano attuativo che accompagnerà la trasformazione.
Un simbolo della rigenerazione urbana
Il sindaco Gualtieri ha definito il progetto dell’ex Fiera “uno dei più importanti e belli esempi di rigenerazione urbana in corso a Roma”, capace di coniugare recupero ambientale, qualità architettonica e inclusione sociale. L’intervento ha anche un forte valore simbolico: non solo si recupera un’area degradata nel cuore della città, ma si compie un passo concreto verso una capitale più vivibile, equa e sostenibile. Con la partenza dei cantieri, si volta finalmente pagina dopo oltre vent’anni di immobilismo. Ora la sfida sarà rispettare i tempi, garantire la qualità e costruire davvero una città che metta al centro le persone e l’ambiente.