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F16 all’Ucraina? Tutti ne parlano, senza realismo

21.08.2023

F16 allUcraina, titolano i giornali: sembra la discesa in campo di armi in grado di ribaltare lesito di un conflitto nel quale la superiorità aerea della Russia è insidiata solo dallefficacia della contraerea ucraina. Ma poi leggi che i primi sei caccia arriveranno solo entro la fine dellanno, e che i piloti ucraini pronti per laddestramento sono meno di dieci. Insomma è una mossa che non cambia le sorti della guerra, ma piuttosto disegna il futuro prossimo: unUcraina mutilata del Donbass e della Crimea, ma rassicurata da una partnership con la Nato, e da unintegrazione della sua Difesa con quella atlantica.

E non è impossibile che si arrivi a un negoziato prima della fine dellanno. La controffensiva ucraina segna il passo e anzi sono i russi ad attaccare, a nord. È impietosa, la radiografia di un duello impari. Non tra gli armamenti, ma tra le risorse umane. Noi siamo stati intontiti dalla propaganda, e vedevamo ovunque sconfitte russe, in questo anno e mezzo. Ma il prezzo è stato il sacrificio dei reparti ucraini più esperti. Ora è la volta di reclute troppo giovani o troppo anziane, e tutte reclutate a forza, senza nessuna voglia di morire per le terre irredente.Hanno perso molti uomini anche i russi? Certo, ma la loro riserva demografica di carne da cannone è molto più vasta.

AllUcraina, da qui al generale inverno, non sembra restare altro: droni su Mosca, barchini esplosivi, uno sberleffo al nemico che non richiede sacrificio di uomini, ma solo tecnologia e inventiva, e però non è così che si conquistano i territori, né si vincono le guerre. Zelenski è molto meno di moda, sui media occidentali, come se ci si stesse preparando allora della verità: il leader gladiatorio di un paese attaccato, che ne ha guidato la resistenza, sarà in grado di essere il leader della mediazione, capace di inghiottire bocconi amari, e di farli inghiottire ai suoi?

LOccidente questo gli chiede in silenzio: nulla sullUcraina senza lUcraina, come hanno sempre detto. Dovrà essere lUcraina a mostrarsi rassegnata e ragionevole, e impossibilitata a vincere sul campo. LOccidente, dopo averne fatto una trincea del diritto internazionale e della democrazia, dopo aver accarezzato lidea di una sconfitta strategica della Russia, e addirittura di un cambio di regime a Mosca, può ammettere il topolino di un negoziato? No, lingrato compito spetta a Kiev. Ci vogliono ancora un po’ di morti, lasciamoli fare, tutti eroi e tutti accoppati, anche se lo sanno tutti che si va a negoziare. Di paci giuste sono piene le trincee. Sono le paci possibili, con vittorie mutilate e premi di consolazione, quelle che fermano i conflitti.

Le elezioni americane premono: gli F16 sì, ma dopo. Se il realismo si fa strada là dove si decide, a restare con un insignificante cerino in mano siamo noi, lItalia delle armi senza fine, linformazione di guerra che ha cercato di farci diventare patrioti ucraini, lasciando che a morire, però, fossero loro.

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